Da un lato, consolidamento e sviluppo del patrimonio di servizi per la prima infanzia esistente sul territorio; dall’altro, una maggiore responsabilità delle Province nel fare programmi, realizzazione di servizi sperimentali (in particolari situazioni sociali e territoriali) e rafforzamento del ruolo dei coordinamenti pedagogici provinciali.

E’ stata approvata dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna la delibera di Giunta su “Indirizzi di programmazione degli interventi per lo sviluppo, il consolidamento e la qualificazione dei servizi educativi rivolti ai bambini di età 0-3 anni”, per il triennio 2005-07.
Le azioni già avviate dalla Regione nei precedenti anni e confermate nel nuovo triennale riguardano il consolidamento, la qualificazione e l’estensione dei servizi; quest´ultimo aspetto, in l’offerta educativa per la fascia 0-3 anni, a fronte dei quasi 5.800 bambini in lista di attesa.

Gli elementi di novità del piano sono, come ricordato prima, la maggiore responsabilità delle Province nel realizzare i programmi: rispetto al primo triennale, molte decisioni sono infatti ora della Provincia che, in accordo con i Comuni, può mettere in atto le scelte più opportune ed efficaci per il suo territorio, dandosi priorità e strumenti idonei.

Il nuovo triennale rafforza inoltre il ruolo dei coordinamenti pedagogici provinciali, istituiti con la legge regionale 8 del 2004. Attraverso i coordinamenti la Regione intende così perfezionare percorsi progettuali importanti già avviati, come la realizzazione di una documentazione in grado di mettere in rete esperienze avviate e consolidate, l’attuazione degli scambi pedagogici inter e intraprovinciali e con altre regioni, la nuova convenzione con l’Università di Bologna per l´adozione di protocolli condivisi nella formazione degli studenti.

Una terza novità interessa i servizi sperimentali. Come in precedenza, l’esistenza delle condizioni che giustificano la sperimentalità del servizio si propone vengano verificate da un nucleo di valutazione regionale, di cui faranno parte componenti del servizio regionale e un rappresentante di ciascuna Provincia. Al nucleo potranno intervenire i rappresentanti dei Comuni nel cui territorio è prevista la sperimentazione.