L’assessore alle Politiche per la salute del Comune di Modena, Simona Arletti, lancia un appello al ministro della Salute, Francesco Storace, che con un’ordinanza ha imposto di sospendere la sperimentazione della pillola abortiva Ru 486.

“Le affermazioni di Storace sulla sperimentazione torinese della Ru486 lasciano stupefatti, soprattutto dopo che nei giorni scorsi”, spiega l’assessore Arletti, “abbiamo invece avuto modo di apprezzare l’indipendenza e la ponderatezza delle sue opinioni sull’omeopatia e sulla libertà del paziente di curarsi seguendo terapie anche non convenzionali”.

“La pillola Ru486, un farmaco in uso in numerosi paesi tra cui Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna”, continua Simona Arletti, “evita alle donne che debbono abortire di essere sottoposte ad intervento chirurgico con anestesia, una pratica dagli effetti collaterali rari ma mai esente da possibili complicazioni, come ci ricordano i drammatici fatti di cronaca di questi giorni”.

“Per questo vorrei chiedere al ministro con quale logica si interrompa così bruscamente la sperimentazione appena avviata di un farmaco che può evitare sofferenze fisiche e psicologiche alle donne. Su eventuali inadempienze è possibile approfondire, ma il sospetto è quello di una motivazione ideologica”, afferma l’assessore. “O si consente alle donne di decidere in autonomia se diventare madri, oppure si sceglie di imporre loro ‘un’adeguata sofferenza’, che si aggiunge al prezzo già alto di una scelta individuale così delicata”.

“Non è in questo modo – continua l’appello dell’assessore – che si tutela la salute fisica e psicologica delle donne e le si sostiene nel loro desiderio di maternità. Occorre il coraggio intellettuale di prendere atto che le donne, magari insieme ai loro compagni, possono decidere di non riuscire ad accogliere una nuova vita e non per questo devono essere punite”.

“Sul territorio nazionale esistono consultori che lavorano egregiamente e sui quali è necessario continuare ad investire per consentire loro di svolgere, con risorse e personale adeguati anche in termini di mediazione culturale, un lavoro di prevenzione delle gravidanze non volute e di informazione sui metodi contraccettivi più adatti ad ogni donna. È solo con adeguati investimenti di prevenzione sanitaria, affiancati da strutture come asili nido e scuole materne per sostenere le famiglie, che si può riuscire a far diminuire il numero degli aborti”.

“Per questo – conclude Simona Arletti – chiedo al ministro che, con laicità, lasci procedere la sperimentazione fino in fondo, riservandosi di valutarne i risultati e di sospendere l’uso della pillola solo nel caso in cui dovessero emergere davvero aspetti critici dal punto di vista sanitario”.