L’Emilia-Romagna e’ un buon posto per nascere, e forse proprio per questo la regione e’ quella che in Italia ha registrato rispetto al 1995 il piu’ grosso incremento del tasso di fecondita’ (+36%), seguita a distanza dal Friuli Venezia Giulia (+27%) e Veneto e Lombardia (+25). Se il numero dei neonati e’ complessivamente piu’ basso della media nazionale (nascono 9,3 bimbi ogni 1.000, a fronte di una media italiana di 9,7), appesi alle porte lungo la via Emilia ci sono sempre piu’ fiocchi rosa e azzurri.


A dirlo sono i medici del congresso della Sigo, Societa’ italiana di ginecologia e ostetricia, riuniti a Bologna. Secondo uno studio basato sui dati del Certificato di assistenza al parto e illustrato da Corrado Melega, direttore del dipartimento Materno infantile dell’Ausl di Bologna, solo una donna su 100 in regione non fa controlli durante la gravidanza. E, se in media il 6% si fa comunque controllare poco, in genere le emiliano romagnole si sottopongono ad un numero troppo elevato di controlli: 6,7 visite e 5 ecografie. Le straniere sono un po’ meno ansiose, e di ecografie in media ne fanno solo tre. Ma sono anche meno coscienti delle possibilita’ contraccetive, cui solo il 6-7% fa ricorso.


Nascono piu’ figli, ma sale l’eta’ in cui si sceglie di avere il primo: 31,6. Una donna su quattro partorisce per la prima volta dopo i 35 anni, 4,1 oltre i 40. Le donne si fidano dei servizi pubblici: il 70% preferisce un ginecologo privato durante la gravidanza, ma il 97,8% partorisce in una struttura pubblica. Il 16% delle gestanti e’ straniero, e sono loro che per lo piu’ costituiscono quel 23,4% di future mamme che vanno al consultorio pubblico. A Piacenza il picco di neomamme straniere (il 22,9%), a Ferrara invece la quasi totalita’ e italiana.


Restano pero’ troppi parti cesarei. Si e’ passati dal 25,5% del 1996 al 30,8% del 2004. La media, per l’Oms, non dovrebbe superare il 15%. Ancora basso il ricorso all’anestesia epidurale (in media il 13-15%). Il tasso di natalita’ piu’ alto e’ a Reggio Emilia (11 per 1.000), quello piu’ basso a Ferrara (7,1).


In regione ogni donna ha in media 1,32 figli, la media italiana e’ 1,33. A segnare la ripresa delle nascite anche il fenomeno delle donne che, dopo una separazione, decidono di avere un figlio in eta’ matura dal nuovo compagno. Ma aumenta l’infertilita’ da ‘fretta’, quella provocata dall’ansia di non riuscire a restare incinta quando, in eta’ avanzata, si e’ decide di fare un figlio.


Dimezzati i tassi di mortalita’ infantile, in 11 anni: dal 7 per mille del 1990, al 3,6 del 2001. Gravidanze e parti sono quindi specchio fedele del cambiamento dei tempi: il 19% dei bimbi nasce da mamma single o da una coppia di fatto. Calano invece le interruzioni di gravidanza: scese dal 2002 al 2003 del 1,2%. Ma, nonostante rispetto al passato siano di piu’ gli uomini che stanno a fianco della loro compagna durante l’aborto, per la meta’ delle donne che scelgono di rinunciare ad un figlio, l’aborto resta una percorso solitario. Italiane o straniere che siano.