Giovane, a capo scoperto, in perfetto abbigliamento militare, con corazza, spada e calzari; la mano destra regge una specie di giavellotto (il pilum), con la sinistra tiene il mantello che gli pende dalla spalla. Questo è il ritratto del “classiario” scolpito sulla stele rinvenuta sabato scorso nella necropoli di Classe, quasi una foto di un marinaio delle agili imbarcazioni che contrastavano la pirateria nell’Adriatico.

Una scoperta eccezionale perchè è questa, al momento, l’unica raffigurazione che ci permetta di vedere quale fosse l’aspetto usuale di un soldato della flotta (classis) di Ravenna posto che, in tutte le altre stele rinvenute nelle necropoli dell’antico porto, gli abitanti, anche se militari, sono rappresentati con la toga, cioè in qualità di cittadino romano.

La scoperta è avvenuta durante la campagna di scavo attualmente in corso, condotta dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna e da RavennAntica, con specialisti del Gruppo Ravennate Archeologico.

La stele, databile entro la metà del I secolo d.C., è una grossa lastra di marmo alta più di un metro che presenta sulla sommità un incavo destinato a contenere le ceneri del defunto. La facciata fornisce numerose informazioni: oltre all’iscrizione -purtroppo incompleta- e all’immagine del militare, riporta il nome del soldato, Mon(?)us (?) Capito, e il suo status militare, un optio, cioè un graduato con mansioni prevalentemente amministrative, che prestava servizio su una liburna -piccola nave a remi utilizzata per ricognizioni e contrasto della pirateria- di nome Aurata (Dorata). Il monumento gli fu dedicato e pagato da un certo Cocneus, suo erede e forse collega.

Ciò che rende unico questo ritrovamento è la straordinaria precisione del ritratto che, a dispetto delle dimensioni relativamente piccole, è curato nei minimi particolari, inclusa la fisionomia del defunto, con capelli a caschetto e il tipico volto infantile caratteristico dell’epoca giulio-claudia. Il soldato, a figura intera, indossa una corazza anatomica con spallacci decorati a squame e gonnellino con elementi di protezione del ventre. Dalla cintura pende il gladio inguainato in un fodero decorato, ai piedi porta le caligae, i tipici sandali militari, e sopra la corazza indossa una banda trasversale, forse relativa ad una decorazione militare.

Gli scavi stanno indagando un settore di necropoli nel podere Minghetti all’interno del quale corre un grande condotto sotterraneo di epoca imperiale. L’esplorazione del condotto, completamente allagato e situato ad oltre tre metri di profondità, ha richiesto l’intervento di subacquei guidati dall’esterno dagli archeologi. La struttura è dotata di pozzetti per l’ispezione e la manutenzione e proprio esplorando uno di questi pozzetti è venuto alla luce l’importantissimo monumento, riutilizzato in epoca tardo romana per risistemare il crollo parziale della volta.

La stele e gli altri materiali rinvenuti negli scavi sarà esposta nel Museo Archeologico di Classe, in corso di allestimento.