Il Parmigiano Reggiano, secondo marchio italiano piu’ conosciuto al mondo dopo la Ferrari, e’ il primo ad essere imitato e contraffatto, ma le normative italiane procedono troppo a rilento per difendere il grande formaggio che si produce nel pentagono Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Mantova. E’ quanto sostiene Coldiretti Emilia-Romagna, che annuncia per la prossima settimana il lancio di una raccolta di firme per sbloccare il nuovo disciplinare del Parmigiano inviato gia’ nel gennaio 2004 al ministero delle Politiche agricole.


”Il nuovo testo – spiega il presidente regionale di Coldiretti Emilia-Romagna, Mauro Tonello – contiene una norma che vieta di confezionare il Parmigiano Reggiano, grattugiato, a pezzi con o senza crosta, fuori dal territorio di produzione.
Questo perche’ il confezionamento nel territorio d’origine agevola i controlli ed evita quindi i rischi di contraffazione e di truffe, dando cosi’ maggiore assicurazioni ai consumatori”.

”Poiche’ e’ gia’ difficile – commenta Tonello – difendersi dalle imitazioni del Parmigiano Reggiano, che adottano nomi ingannevoli, come Parmesao o Regianito, crediamo sia importante incrementare le garanzie sul prodotto originale, legandolo sempre piu’ strettamente al territorio di provenienza”.


La produzione del Parmigiano Reggiano – ricorda Coldiretti – e’ di poco superiore alle 100 mila tonnellate (107.650 nel 2004), di cui il 16,7% viene esportato, mentre le imitazioni sono sei volte superiori alla produzione originale e ammontano a circa 600 mila tonnellate. ”E’ un danno enorme – sostiene Tonello – che dovremo cercare di arginare, a partire da scelte normative che possiamo fare in Italia senza nessun aggravio di tipo economico o altro. Per questo chiederemo ai cittadini di sostenere la difesa di questo prodotto, che costituisce una grande ricchezza per il territorio dove viene prodotto e per i suoi cittadini”.