Identificare le cellule staminali ossee responsabili della rigenerazione ossea, per scoprire quegli ‘interruttori’ che fanno ricrescere le ossa. E’ l’obiettivo del progetto di ricerca, finanziato interamente dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna per 225.000 euro, promosso da Giovanni Barbanti Bròdano, medico dell’èquipe di Ortopedia e Traumatologia–Chirurgia del Rachide dell’Ospedale Maggiore, Azienda Usl di Bologna, diretta da Stefano Boriani, in collaborazione con Cristina Morelli e Mauro Tognon del Centro di Biotecnologie dell’Università di Ferrara e con Maria Cristina Magli dell’Istituto di Tecnologie Biomediche del CNR di Pisa.

Il tessuto osseo è un tessuto mineralizzato, dotato di una naturale capacità di rigenerarsi per tutta la durata della vita: ciò permette, di riparare una frattura mettendo a contatto fra loro le estremità fratturate ed immobilizzando la zona di interesse. Tuttavia numerosissime sono le situazioni nelle quali la riparazione non si verifica o si attua in tempi troppo lunghi, come nel caso di fratture estese con perdita di tessuto osseo, di asportazione di tessuto nella patologia oncologica, infettiva e degenerativa, di anziani affetti da osteoporosi, dove anche danni di entità non critica possono tuttavia risultare inguaribili per una minor capacità rigenerativa dello stesso tessuto osseo. Di qui la necessità di capire più a fondo il processo di formazione dell’osso, con l’obiettivo di utilizzare nuove strategie terapeutiche che promuovano un’efficiente rigenerazione del tessuto osseo.

Nello specifico la ricerca porterà ad individuare le caratteristiche delle cellule staminali ossee, responsabili della rigenerazione e riparazione tissutale nei processi patologici e cercherà di comprendere i meccanismi per un loro impiego nella pratica clinica.