”Il giorno dei giorni” di Luciano Ligabue da un punto di vista musicale non e’ cominciato al meglio: proprio con ”Il giorno dei giorni”, il primo singolo di ”Nome e cognome”, il nuovo album in uscita il 16 settembre, sono cominciati i problemi.
Ieri sera evidentemente la folla immensa ha fatto un brutto scherzo al rocker emiliano e cosi’ la prima parte del concerto e’ corsa via incerta, piena di indecisioni, come una battaglia con l’intonazione.

Il concerto si e’ ‘scaldato’ dopo ”Bar Mario”, un classico dell’inizio della sua carriera: Ligabue l’ha suonato sul palco ‘vintage’, insieme ai Clandestino, il gruppo dei suoi esordi. Il pezzo e’ da sempre un’occasione per le gag con il suo manager, Claudio Maglioli, che da sempre interpreta ”Mario”. Questa volta era in versione rock, con una scopa al posto della chitarra, dalla quale fingeva di suonare un pezzo dei Rolling Stones. Uno sketch che pero’ e’ stato come il segno della riscossa perche’ da quel momento Ligabue ha ripreso in pieno il controllo della situazione trovando, anzi, alcuni dei suoi momenti di massima ispirazione accanto a Mauro Pagani, il fondatore della Pfm nonche’ coautore di ”Creuza de ma”, il capolavoro di Fabrizio De Andre’. ”Una vita da mediano”, ”Il giorno di dolore che uno ha”, ”Questa e’ la mia vita” sono state l’antipasto di un finale ad alta gradazione di rock tutto vissuto sul main stage con ”Tutti vogliono viaggiare in prima”, ”Tra palco e realta”’ e ”Balliamo sul mondo”, chiusa dai fuochi artificiali tipo Rolling Stones che hanno fatto da preludio al bis trionfale con ”Ho perso le parole”, ”Certe notti” e ”Urlando contro il cielo”.


Un concerto come quello di ieri sera e’ quanto di piu’ complicato possa capitare di fare a un musicista e a un organizzatore: palcoscenici che sono a centinaia di metri di distanza l’uno dall’altro sono un enigma tecnico soprattutto per l’audio, e non e’ sorprendente che le regole dell’intonazione non siano state rispettate sempre a dovere. Ma lo spettacolo di Reggio Emilia, dal quale dovrebbe essere tratto un dvd (per riprendere il concerto sono state utilizzate piu’ di 20 telecamere), era innanzitutto una grande festa e la celebrazione di un’artista giunto al top della sua creativita’.

Ligabue ha costruito la sua carriera sulla credibilita’ che ha presso il suo pubblico, che si identifica facilmente nelle storie e nelle canzoni di Ligabue, il quale da’ alle sue composizioni sovente un carattere dichiaratamente autobiografico. E’ anche per questo che della non perfetta prova vocale il pubblico non sembra essersi accorto, perche’ l’immensa platea ha vissuto il concerto esattamente come ci si aspettava, cioe’ come una grande festa.


In concerti come questi, dove si sta in piedi per ore e si ascolta la musica pressati uno contro l’altro, non si cerca il bel canto ma si canta: anzi i veri fan vanno ai concerti proprio per vivere nel modo piu’ diretto e intenso la serata insieme ai loro idoli. Ed era chiara tra la folla immensa del Campovolo la riconoscenza nei confronti di un artista che si e’ messo alla prova affrontando una sfida cosi’ piena di rischi.