I rincari dovuti all’introduzione dell’euro si sono fatti sentire: dal 2002 al 2004 la spesa mensile media pro capite è aumentata a livello nazionale del 13% pari a 109,56 euro. Lo rileva un’analisi della Cgia di Mestre. Spendono di più gli emiliani con quota pro capite a 1.186,73 euro, seguono i lombardi (1.179, 15 euro), i valdostani (1.162,10 euro), i piemontesi (1.150,67), i liguri (1.083 euro) e i friulani (1.082,85), seguiti da veneti (1.070 euro) e trentini (1.057 euro). In coda i siciliani (632,32).

Penultimi i lucani (651,09), e poi a seguire i campani (665,71), i calabresi (710,05) e i pugliesi (714,28). L’incremento della spesa mensile, supera il tasso d’inflazione cresciuto, sempre nello stesso periodo, del 5%. A livello territoriale l’aumento percentuale della spesa ha così toccato il 24% in Calabria e il 21,2% e il 21% in Friuli Venezia Giulia e in Trentino Alto Adige. Minore, invece, l’impatto in Sicilia dove la spesa media mensile pro capite è addirittura diminuita del 2,1%. Abitazione, alimentari e bevande, insieme ai trasporti sono i capitoli di spesa che maggiormente pesano sul portafoglio degli italiani – rispettivamente con il 25,5%, il 19% e il 14,2% delle spese fatto 100 il totale.