Ha cominciato lo sciopero della fame a oltranza, chiedendo anche un interessamento politico al suo caso, la sassolese Maria Luisa Salvioli, che da 13 giorni si trova nell’ambasciata italiana a Tunisi con il figlio di 9 anni sottratto un anno e mezzo fa dal padre maghrebino e che lei intende riportare in Italia. Lo ha comunicato la donna rispondendo telefonicamente ai giornalisti.

”Nella consapevolezza delle difficolta’ del caso, nel rispetto dei ruoli e delle legislazioni, rendendoci disponibili per quanto di nostra competenza, confidiamo in Lei e nella sapienza delle diplomazie perche’ la vicenda si risolva nel migliore dei modi”. Il sindaco di Correggio Marzio Iotti interviene cosi’, in una lettera inviata all’ambasciatore Arturo Olivieri, sul caso di sottrazione di minori che vede protagonisti Maria Luisa Salvioli e il suo piccolo di 9 anni.



La donna, nata a Sassuolo, vive e lavora come insegnante a Correggio e dal 3 agosto scorso è rifugiata nell’ambasciata italiana a Tunisi con la ferma intenzione di riportare in Italia il figlio, fatto espatriare di nascosto dall’ex-marito e condotto da questi nella capitale nord-africana circa un anno fa.



”La vicenda della nostra concittadina sta molto a cuore alla comunita’ correggese che la sta seguendo con viva apprensione”, aggiunge il primo cittadino nell’appello rivolto ad Olivieri a nome di tutta la cittadina emiliana.