Il mirtillo nero modenese e’ di grande valore, perche’ possiede particolari proprieta’ organolettiche e terapeutiche che lo fanno apprezzare sia dai consumatori sia dall’industria farmaceutica. Per questo e’ entrato a far parte del paniere dei prodotti tutelati dal marchio collettivo ‘Tradizione e sapori di Modena’.


Il piccolo frutto cresce spontaneamente in un’area che comprende i comuni del Parco dell’alto Appennino modenese e quelli confinanti delle province di Reggio Emilia, Lucca e Pistoia.
L’iniziativa di valorizzazione del mirtillo spontaneo, che nel solo versante modenese arriva annualmente a una produzione stimata di seimila quintali, e’ attuata dalla Camera di Commercio in collaborazione con il Gal, il Parco dell’alto Appennino modenese e le Comunita’ montane. Ha avuto l’adesione di tutte le principali imprese dell’area che curano la raccolta, la commercializzazione o anche la trasformazione del prodotto fresco. Ovviamente le confezioni di prodotto trasformato (confetture, succhi, sciroppi, nettari), per essere conformi al disciplinare devono contenere esclusivamente mirtillo nero spontaneo.

In agosto il frutto si puo’ gustare in due occasioni: a Tagliole di Pievepelago dal 9 al 13 si svolge la ‘Sagra del mirtillo’ (aperta pomeriggio e sera); a Barigazzo di Lama di Mocogno e’ prevista la Festa dei lamponi (che comprende anche gli altri piccoli frutti), visitabile la sera dall’11 al 15.