Non dimenticare la causa del popolo Saharawi. L’appello è lanciato dal Consiglio provinciale che ha approvato nei giorni scorsi una presa di posizione votata dalla maggioranza (Ds, Margherita, Verdi e Prc); contrario il centrodestra (FI, An, Lega nord e Udc).

Per il Consiglio dopo “l’invasione da parte del Marocco la maggior parte del popolo Saharawi da decenni è costretto a vivere in esilio in tendopoli nel deserto, dove solo la solidarietà di enti e associazioni anche modenesi attenua la sofferenza dovuta a condizioni di vita al limite del sopportabile”.

Nel documento, presentato dai consiglieri Demos Malavasi (Ds), Giandomenico Tomei (Margherita), Stefano Lugli (Prc) e Walter Telleri (Verdi), si chiede al Governo italiano di riconoscere il Fronte Polisario quale rappresentante delle popolazioni Saharawi e si impegna la Provincia a intensificare gli aiuti umanitari in particolare verso il campo profughi di Tindouf in Algeria che ospita oltre 160 mila persone.

Sono oltre 25 anni che il popolo Saharawi vive esiliato nel deserto tra l’Algeria e la Mauritania. Il piano di pace siglato nel 1991 tra il Marocco e il Fronte Polisario, che rappresenta il popolo Saharawi all’Onu, prevedeva lo svolgimento del referendum per l’autodeterminazione, ma la consultazione non è mai stata effettuata per i continui rinvii da parte del Marocco che ha rifiutato nel 2004 il piano di pace dell’inviato dell’Onu James Baker, accettato invece dal Fronte Polisario.

Il patto di amicizia tra Provincia di Modena e Provincia di El Aayun, della Repubblica Araba Saharawi Democratica (Rasd), in atto da tempo, ha lo scopo di promuovere interventi di aiuto e solidarietà e iniziative socio-sanitarie e culturali.

Durante la discussione Giorgio Barbieri (Lega nord) ha motivato il proprio voto contrario sottolineando “i delicati equilibri nell’area del Marocco” mentre Luca Caselli (An) ha affermato che quello del Saharawi “non è un tema prioritario, meglio pensare ai nostri problemi”.