Il Gup di Bologna Alberto Gamberini
ha condannato a quattro anni e otto mesi di reclusione un uomo di 44 anni, abitante in un comune della provincia di Bologna, accusato di violenza sessuale nei confronti della figlia di otto anni di eta’. Il giudice nella sentenza ha anche dichiarato per l’uomo la perdita della patria potesta’ di genitore e l’interdizione in perpetuo da qualsiasi ufficio attinente alla tutela e alla curatela. Prevista anche l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e una provvisionale per la parte civile di 50 mila euro.


A costituirsi parte civile tramite l’avv. Alessandro Armaroli era stata l’ex moglie dell’uomo, madre della bambina. Il Pm, Silvia Marzocchi, aveva chiesto una condanna a cinque anni; il difensore dell’uomo, l’avv. Giuseppe Di Giovine, aveva chiesto l’ assoluzione.

Secondo l’accusa formulata dal pm Marzocchi l’uomo, in piu’ occasioni, avrebbe obbligato la figlia alla visione di una cassetta pornografica, perche’ poi ripetesse i gesti appena visti, costringendo la piccola a compiere e subire atti sessuali.

L’episodio piu’ grave sarebbe avvenuto il 22 aprile 2003, quando l’uomo, che era gia’ separato dalla madre della bambina, avrebbe fatto vedere alla figlia e ad un’amica della bambina, pure di otto anni, la cassetta porno. L’uomo poi – secondo l’accusa – avrebbe cercato di compiere atti sessuali con le due bambine. L’amica si rifugio’ in un’altra stanza, mentre la figlia fu costretta a rimanere con il padre. Fu l’amica della bambina a raccontare l’accaduto a sua mamma, che poi contatto’ un poliziotto suo conoscente e l’ex moglie dell’uomo. Da li’ sono partiti gli accertamenti della polizia e del pm Marzocchi, che hanno portato al proceso.

Durante l’inchiesta il gip, Rita Zaccariello, aveva anche deciso una misura cautelare nei confronti dell’uomo, impedendogli di accedere alla casa familiare e di avvicinarsi ai luoghi, tra cui la scuola, abitualmente frequentati dalla figlia.