“La riapertura della porcilaia di via Gherbella, che aveva cessato l’attività a fine 2002, è regolare, poiché non esistono controindicazioni normative alla riapertura di allevamenti temporaneamente chiusi. La destinazione d’uso concessa inizialmente, inoltre, risulta valida e non modificata successivamente”.

Lo ha dichiarato nel corso del Consiglio comunale l’assessore alla Programmazione e Gestione del Territorio Daniele Sitta, rispondendo ad un’interrogazione del consigliere Barcaiuolo (An). Sitta ha anche ricordato che “i liquami vengono attualmente conferiti direttamente all’impianto di biogas di Spilamberto attraverso l’apposita conduttura sotterranea” e che quindi “non sono presenti in accumuli in loco e non risulta necessaria la presentazione di piani di concimazione o spandimento”.

Sitta ha poi sottolineato che “l’eventuale presenza di abusi edilizi potrà essere verificata solamente ad avvenuta chiusura della pratica relativa al condono edilizio presentata nel 1985. Tra il 1985 e il 1995 – ha precisato l’assessore per spiegare il tempo intercorso dal momento della presentazione del condono – a Modena furono depositate circa 15mila richieste di condono edilizio. L’ufficio preposto ne ha prese in esame, ad oggi, circa 14.300. Le restanti pratiche, tra le quali quella di via Gherbella, non sono ancora concluse o per mancanza di documentazione presentata o per scarso o cessato interesse da parte dei richiedenti. E’ imminente, quindi, anche l’analisi dei documenti relativi alla porcilaia di via Gherbella, ferma restando la regolarità dell’impianto relativa all’attività e al trattamento dei liquami”.

L’assessore, in merito ai cattivi odori, ha infine ricordato che “il fatto di andare a vivere in una zona agricola non comporta la trasformazione dell’area in zona residenziale, perciò i residenti devono essere consapevoli che dovranno abituarsi a convivere con le caratteristiche tipiche della campagna, tra le quali gli odori delle porcilaie”.