Un quintale e mezzo di eroina sequestrata. E’ il frutto di una maxi operazione, in corso dall’alba, condotta dal gruppo operativo antidroga del Nucleo Regionale Polizia Tributaria Lombardia, tesa a smantellare un’organizzazione di albanesi e kosovari, attivi nel traffico di eroina tra l’Albania, la costa pugliese e Milano, con ramificazioni in Emilia Romagna e in Veneto.


Sono dieci, di cui otto eseguiti, i provvedimenti di fermo che hanno portato il Goa di Milano a smantellare una presunta organizzazione. I fermi sono avvenuti nell’ambito dell’operazione chiamata ‘Actros’, partita nel luglio dell’anno scorso e che aveva portato già all’arresto in flagranza di 24 corrieri e al sequestro di 150 chili di eroina turca, nell’arco di nove mesi.

L’adozione dei provvedimenti di fermo, eseguiti la scorsa notte in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Puglia, si è resa necessaria, come è stato spiegato questa mattina durante una conferenza stampa, per impedire l’omicidio di uno dei trafficanti indagati, da parte della moglie e di un complice italiano.
Il piano architettato da Valbona Asllanaj, 34 anni di Tirana, per eliminare il marito Dajlan Asllanaj, 39 anni (entrambi fermati perchè comunque componenti dell’organizzazione dei narcotrafficanti) era ormai in fase avanzata: la donna aveva già pagato un acconto di 4.000 euro ad alcuni sicari legati alla malavita pugliese e stava per saldare il conto versandone altri 4.000. Teatro della vicenda è Mola di Bari, la città pugliese dove i tre risiedono.

La droga – hanno aggiunto gli investigatori – arrivava in Puglia occultata nel vano motori o nel serbatoio di una motonave battente bandiera albanese, la ‘Plava’, sottoposta a sequestro nel porto di Bari. La nave apparentemente era impiegata nel trasporto di materiale edile fra Durazzo e Molfetta.