“Si è ridotto di un quarto (-25%) il consumo domestico di pane delle famiglie italiane che nel 2004 ne hanno acquistato poco più di un milione di tonnellate rispetto a quasi un milione e quattrocentomila tonnellate del 2000”.

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ismea-AcNielsen che evidenzia peraltro un crescente interesse dei consumatori per i pani tradizionali legati al territorio che acquisiscono crescenti riconoscimenti a livello nazionale e comunitario.

Nel 2004 – precisa la Coldiretti – sono oltre cento i pani “tipici” censiti dalle regioni e inseriti dal Ministero delle Politiche Agricole nell’Albo dei prodotti agroalimentari tradizionali (dal Pane di Laterza a quello di Lariano, dal pane di Altopascio a quello di Struttura) mentre l’Unione Europea ha già concesso il riconoscimento alla coppia ferrarese Igp, al pane casereccio di Genzano Igp e al pane di Altamura Dop e sta per arrivare quello per il pane di Matera Igp con molte altre specialità in attesa.

E per valorizzare il pane fresco italiano in Parlamento – continua la Coldiretti – sono state addirittura unificate sei proposte di legge in un testo “bipartisan” che si pone l’obiettivo di identificarlo tutelando sia un patrimonio di tradizioni produttive legate alla cucina mediterranea sia gli stessi consumatori, rassicurati circa la genuinità e il rispetto di particolari tecniche artigianali. Una necessità che – sostiene la Coldiretti – deve essere accompagnata con l’obbligo di indicare la provenienza del grano impiegato per produrre la farina destinata alla panificazione, al fine di assicurare l’origine nazionale del prodotto.

Per quanto riguarda i prodotti base della dieta mediterranea, l’analisi effettuata sui dati Ismea-AcNielsen evidenzia anche – continua la Coldiretti – la sostanziale invarianza nel corso del quinquennio nei consumi di pasta che rimangono stabili mentre per i prodotti destinati alla prima colazione emerge una forte crescita dei cereali (+10,5%). Nel primi piatti si registra – precisa la Coldiretti – la netta prevalenza della pasta di semola normale che rappresenta circa l’81% dei consumi totali di pasta, ma cresce in modo esponenziale l’acquisto di primi piatti surgelati che fa segnare un aumento del 540% dal 2000 ad oggi.

Tra i prodotti destinati alla prima colazione, alla forte crescita dei cereali corrisponde una sostanziale stabilità negli acquisti di biscotti (+1,4%) e di fette biscottate (+3%) mentre calano le brioches (-6,8%) che – conclude la Coldiretti – vengono probabilmente preferite nei consumi fuori casa.