Fiorano si prepara a vivere giornate culturalmente intense grazie
all’incrociarsi di percorsi interculturali, delle iniziative per i diritti
dei bambini e per la ricorrenza dell’8 marzo, festa per le donne e con le
donne, che hanno al teatro Palazzo Astoria il loro centro d’incontro.


Domani, venerdì 4 marzo, alle ore 21, nell’ambito di “Transiti, progetto sul
Maghreb a cura del musicista Jamal Ouassini, concerto/rituale “Maalem
Abdeslam Alitane & Tyour Gnaoua” in collaborazione con Fabrizio Guglielmini
e l’associazione Eclettica. I Gnaoua sono i discendenti degli schiavi neri
originari dell’Africa nera. Nel corso dei secoli hanno creato delle
confraternite di cui fanno parte maestri musicali (maalem), guaritori e
veggenti. Questa antica tradizione ha creato un’originale forma di
sincretismo fondendo simboli religiosi e naturali con i ritmi delle
percussioni. Le loro pratiche, allo stesso tempo musicali, iniziatiche e
terapeutiche, uniscono gli influssi africani con quelli arabo-berberi.Gli
Gnaoua fondano la loro specificità sul culto dei jinn (spiriti) e i loro
riti hanno conservato molti tratti che ricordano i culti di possessione
africani e di alcuni Paesi del Mediterraneo, tra cui il nostro Salento, con
il rito del tarantismo. La cerimonia più spettacolare è la Lila, la cui
funzione è soprattutto terapeutica. Durante la celebrazione il maalem
chiama i santi e le entità sovrannaturali a impossessarsi degli adepti che
entrano in trance. Gli strumenti utilizzati sono il liuto a tre corde
(guembri), i crotali (qarqaba o qarqaba) e i tamburi. Il rito ha attinenze
con il voodoo haitiano e la macumba brasiliana. Oltre al leader Abdeslam
Alikane (guembri e direzione) fanno parte del gruppo Abdellah Akharraz
(tamburi e qarqaba, crotali), Mohamed Khoubbaz (qarqaba e danze) e
Abderrahmane Nimini(tamburi e qarqaba).

Sabato 5 marzo, in concomitanza con l’incontro fra il Consiglio Comunale
dei Ragazzi e il Consiglio Comunale sui temi dell’infanzia, viene aperta al
Palazzo Astoria, la mostra fotografica “Jina Iangu, io sono?” di Anna
Rosati.
Sempre sabato 5 marzo, alle ore 15.30, nel teatro Palazzo Astoria
verrà inaugurata la mostra fotografica “Jina Iangu, io sono?”, volti,
sguardi e identità nei ritratti delle donne e dei bambini della Tanzania,
iniziativa a cura del Cefa in collaborazione con il Comune di Fiorano che
già ha avuto una platea internazionale all’aeroporto di Bologna dove la
mostra è stata allestita nel dicembre scorso. Nel pomeriggio di sabato,
alle ore 15.30, la fondazione Aida, Teatrino dei Fondi di San Miniato,
presenta con ingresso gratuito lo spettacolo per ragazzi da 8 a 13 anni
“Iqbal, cavaliere e tessitore di tappeti”, nel quale si affronta la
tematica dello sfruttamento del lavoro minorile ispirandosi alla tragica
storia di Iqbal Masih, il ragazzo lavoratore pakistano diventato simbolo e
portavoce dei diritti dei bambini.

In un’altra sala dell’Astoria, nella mattinata dalla 11.30 alle 13 e nel
pomeriggio, dalle 16.30 alle 18.30, resta aperto uno spazio espositivo con
materiali bibliografici e informativi su “I diritti dei bambini”, con i
progetti e le attività del Consiglio Comunale dei Ragazzi “Dire, fare?
raccontare” e con i progetti promossi da associazioni “Fiorano, vicina ai
bambini lontani”.
Alle ore 17 di sabato 5 marzo, presso la Casa delle Arti Vittorio Guastalla
in via Santa Caterina, si svolge la vernice della mostra “nella fantasia
di una donna” mostra riservata alle artiste associate ad Arte e Cultura,
aperta anche domenica 6 e il week-end successivo dalle 10 alle 12 e dalle
16 alle 18.

Domenica 6 marzo, alle ore 18,30, presso il teatro Palazzo Astoria, lo
scrittore Khaled Fouad Allam presenta il suo libro “Lettera a un kamikaze”,
pubblicato da Rizzoli, nel quale si rivolge idealmente a un aspirante
“martire” per indagare le motivazioni della sua scelta estrema, che avrà
pesanti ripercussioni sull’intero mondo musulmano e incrinerà
inevitabilmente i già convulsi rapporti tra Islam e Occidente. Ma anche per
fare chiarezza sugli insegnamenti della religione islamica, che nella sua
versione più autentica e fedele alle scritture condanna in modo assoluto
chiunque versi sangue innocente. E che anzi invita a riflettere
sull’opportunità del perdono: un perdono che deve saper guardare oltre le
“ferite” di una storia che spesso opera una distinzione troppo netta tra
vittime e carnefici. Khaled Fouad Allam, algerino, è nato nel 1955 da madre
siriana e padre marocchino. Ha studiato diritto e sociologia politica prima
in Algeria (che ha lasciato una ventina di anni fa) e in seguito in
Francia. In Italia, dal 1994, si dedica all’insegnamento della sociologia
del mondo mussulmano all’Università di Trieste. Ha pubblicato numerosi
libri e scrive per varie testate giornalistiche, tra le quali la rivista
“Nigrizia”.
Alle 19.30 segue “Dolci bollicine”, degustazione di vini a cura
di Giovanni Masini e alle 21, “Mujeres de Tanger”, donne di Tangeri, in
prima rappresentazione nazionale. E un’orchestra araba tutta femminile,
l’unica professionale nel mondo arabo, che propone in forma di spettacolo
la tradizione del matrimonio delle città di Tangeri e Tetuan.

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