17 mila domande a fronte di circa 750 posti disponibili. Sono sorprendenti i dati, anticipati dalla Direzione provinciale del Lavoro, sulle richieste nominative presentate finora a Modena e provincia dai datori di lavoro che hanno necessità di assumere manodopera straniera.


Dal 3 febbraio a oggi sono quasi 17 mila le istanze spedite dagli uffici postali: un numero destinato a crescere, perché il cosiddetto ‘decreto flussi 2005’ emesso dal governo non stabilisce alcun termine, ma soprattutto perché il meccanismo è utilizzato impropriamente per regolarizzare clandestini già presenti sul territorio.

“Moltissimi stranieri resteranno delusi perché non potranno restare in Italia e numerosi datori di lavoro modenesi non potranno usufruire della manodopera attesa – prevede Pino Cocozza, componente della segreteria provinciale della Cisl – L’accettazione delle domande, tenuto conto delle quote riservate alle singole nazionalità e a specifiche professionalità, avverrà per ordine cronologico di presentazione delle istanze. Un numero così alto di domande nasconde in realtà una forte presenza sul nostro territorio di manodopera irregolare, esposta ai ricatti del lavoro in nero, senza diritti e senza prospettive. È la testimonianza – afferma Cocozza – del fallimento delle politiche dell’immigrazione nel nostro Paese”.

Per questo l’Anolf, associazione stranieri della Cisl di Modena, lancia la proposta di superare il meccanismo delle richieste nominative per ordine cronologico in vigore in questi ultimi anni, per passare al sistema americano della ‘Green card’. “Negli Stati Uniti – spiega Andrea Cicogni, co-presidente italiano dell’Anolf-Cisl – non potendo aumentare il numero di immigrati a cui concedere il visto di ingresso per ogni anno, si provvede a una vera e propria estrazione tra tutti i candidati che hanno presentato domanda. Questo sistema garantisce l’imparzialità ed evita certi abusi, come la corsa per arrivare primi o i vergognosi “mercati delle domande” che – dice Cicogni – abbiamo visto spesso anche a Modena. Questi numeri fanno riflettere sulla necessità di cambiare rotta – aggiunge Abderrahman Jabri, marocchino residente a Modena e co-presidente dell’Anolf – Si potrebbe pensare a una nuova regolarizzazione, almeno per le badanti, come avvenuto nel 2002. È una scelta, tra l’altro, – conclude Jabri – che altri paesi, come la Spagna, stanno adottando in questi giorni”.