Cgil, Cisl e Uil, ”preso atto dell’indisponibilità e insensibilità del governo a misurarsi con le posizioni espresse dal mondo del lavoro e a sostegno delle proprie ragioni e proposte alternative esplicitate nel documento – si legge nella nota unitaria dei sindacati – indicono quattro ore di sciopero generale da svolgere su base territoriale per martedì 30 novembre 2004, da preparare con diffusione capillare, assemblee nei luoghi di lavoro e sul territorio, confronti, iniziative e mobilitazioni”.


Cgil, Cisl e Uil nel loro documento unitario parlano di una manovra ‘ingiusta sbagliata e inadatta a rispondere alle esigenze del Paese’ che va corretta al più presto rinunciando alla riforma fiscale e varando una nuova politica dei redditi.

Secondo i sindacati le incertezze sui provvedimenti per lo sviluppo rendono la manovra ”ancora più rischiosa. Si cerca, infatti, scrivono i sindacati nel documento – di affrontare i problemi di risanamento della finanza pubblica attraverso una formula matematica rigida, consistente in tagli lineari e quindi indiscriminati, rinunciando ad orientare l’economia verso obiettivi di crescita, particolarmente necessari ed urgenti alla luce della grave situazione economica produttiva e sociale e del Paese”.

Cgil, Cisl e Uil ribadiscono inoltre la loro ”contrarietà a ipotesi di tagli fiscali indiscriminati e alla eliminazione della progressività delle imposte. La riforma fiscale in discussione – scrivono – è inutile e sbagliata e se ne chiede il ritiro”. La prima esigenza invece secondo i sindacati è ”il ripristino di una nuova politica dei redditi che rafforzi il potere d’acquisto di retribuzioni e pensioni, attraverso il rinnovo dei contratti nazionali e la destinazione di una quota del Pil alle pensioni ed una politica fiscale realmente redistributiva che faccia dell’equità e della lotta all’evasione una scelta coerente”.

I sindacati chiedono una ”vera lotta all’evasione” , una armonizzazione europea delle aliquote sulle rendite finanziarie e la riduzione delle spese militari per reperire così le risorse per lo sviluppo e per gli incentivi da destinare soprattutto a ricerca, formazione e innovazione.