“Tutta la scuola è in sofferenza: la mancata apertura di sezioni di scuola d’infanzia, i tagli agli insegnanti di sostegno, le coperture parziali delle nuove classi a tempo sono il segno tangibile del progressivo taglio delle risorse della scuola pubblica – afferma l’assessore all’Istruzione del Comune di Modena Adriana Querzè – Le conseguenze della riforma Moratti si fanno sentire anche a Modena, dove l’ente locale è, comunque, riuscito a compensare i tagli esercitati dal Ministero per l’anno scolastico 2004/2005, mettendo in campo risorse proprie. Non ci saranno, quindi, le gravi ripercussioni che le famiglie si trovano a dover affrontare in altri Comuni”.

A Modena l’anno scolastico si apre con l’avvio di ulteriori due sezioni di scuola d’infanzia, per coprirle sono state richiesti quattro insegnanti al Ministero, che ne ha però assegnati solo due. In questo caso sarà l’amministrazione comunale a pagare gli altri due docenti.

Per quanto riguarda le scuole elementari, le classi a tempo pieno sono state confermate come prevede per quest’anno la riforma, ma nella nostra città c’è stato addirittura un aumento delle richieste da parte delle famiglie. Per assicurare la presenza continua dei docenti nelle ulteriori tre classi a tempo pieno che si sono formate, si farà ricorso alla rotazione di risorse interne.

Difficoltà anche per le scuole medie dove non è stato concesso l’organico funzionale (assegnato dalla direzione scolastica regionale), ma i problemi maggiori si stanno probabilmente affrontando nel versante del sostegno all’handicap. Modena, se confrontata ad altre province della Regione, registra già un dato penalizzate nel rapporto docenti di sostegno per alunni disabili; la riforma Moratti, sottraendo risorse, ha peggiorato la situazione in tutti gli ordini di scuola, dai nidi alle superiori.

Per colmare la carenza di docenti assegnati dal Ministero, l’amministrazione comunale ha messo a disposizione insegnanti di sostegno, affrontando una spesa di un milione e mezzo di euro per appoggi educativi e di altri 300 mila euro per pagare i tutor (in genere ex studenti universitari che svolgono attività di accompagnamento e aiuto).