A 68 anni di distanza dall’oro di Berlino, l’Italia conquista una medaglia olimpica nel calcio. La nazionale Under 21 di Claudio Gentile supera l’Iraq nella finalina delle Olimpiadi di Atene, e si aggiudica il bronzo. Una medaglia triste, vinta contro la formazione irachena proprio all’indomani della barbara esecuzione del giornalista italiano Enzo Baldoni.

Gli azzurri sono scesi in campo con una vistosa fascia nera al braccio, in segno di lutto. Prima del match, che non è stato di certo un esempio di agonismo, nonostante in palio ci fosse una medaglia olimpica, c’è stata la foto di gruppo Italia-Iraq sul rettangolo verde. Poi gli uomini di Gentile cantano a gran voce l’inno nazionale.

L’Iraq prova subito a mettere paura, ma all’8′ Pirlo si invola sulla fascia sinistra e pennella un preciso cross al centro per la testa di Gilardino che insacca : è l’1-0 che deciderà la partita. E’ contenuta l’esultanza degli azzurri, mentre il bomber del Parma si inginocchia e alza gli occhi al cielo. Dopo il gol l’Italia lascia l’iniziativa agli avversari: al 15′ Pellizzoli si oppone alla grande ad una conclusione di Razzaq. Due minuti dopo il portiere azzurro si salva in angolo su una Mohammed. Le marcature in campo non sono asfissianti: gode di una certa liberta’ Pirlo, che prova più volte a lanciare a rete i compagni. Al 23′ il milanista pesca nuovamente Gilardino in area, ma la conclusione della punta è debole. Nell’ultimo quarto d’ora l’Italia bada solo a controllare. Pelizzoli spegne un paio di velleitarie conclusioni avversarie su punizione. La prima conclusione pericolosa della ripresa cade al 9′: il centravanti iracheno Razzaq si libera in area ma si fa respingere la conclusione da Pelizzoli di piede in uscita. L’Italia si limita ad attendere gli avversari, praticamente nulla la costruzione del gioco. Al 13′ l’Iraq sostituisce Mahadi con Emad. Al 33′ Qusay si libera in area sulla destra e conclude sull’esterno della rete. A 5′ dal termine l’unico cambio di Gentile: Chiellini rileva Moretti. Poi, solo noia. Il fischio finale è quasi liberatorio.