Studi compiuti presso il Dipartimento di Ingegneria dei materiali e dell’ambiente dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia consentono l’impiego nel settore ceramico di materiali vetrosi derivanti da vecchi pc e tv.

Una recente problematica, con la quale i paesi industrializzati hanno appena cominciato a misurarsi, è rappresentata dalla gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), i quali sono costituiti per circa l’80% da televisori e computer contenenti tubi a raggi catodici. Queste apparecchiature, giunte a fine vita, vengono dismesse per oltre il 90% tramite conferimento in discarica, creando non indifferenti problemi di inquinamento a causa di alcuni elementi pericolosi contenuti al loro interno: piombo, cadmio, arsenico, nichel e cobalto.

Il Dipartimento universitario di Ingegneria dei materiali e dell’ambiente di Modena, in collaborazione con la società carpigiana Refri, sono state effettuate prove di laboratorio per poter studiare la possibilità di operare un riciclo a circuito aperto di tali vetri nell’industria ceramica, in sostituzione di fritte commerciali nella formulazione di smalti ceramici.

Gli ottimi risultati tecnologici ed estetici raggiunti, soprattutto confrontabili con gli standard richiesti dal settore, supportano l’ipotesi dell’utilizzo dello “scarto” vetroso, che si ottiene con un opportuno trattamento dei cinescopi dismessi, nel settore ceramico, tanto che recentemente il progetto di trasferimento della ricerca in ambito industriale ha trovato l’incoraggiamento della stessa Regione Emilia Romagna, che su parere del Comitato tecnico-scientifico di valutazione ha deciso di stanziare un congruo finanziamento (181.500 euro) nell’ambito dei progetti industriali ammessi ai contributi previsti sulla L.R. 7/2000, misura 3.1 azione A.

Ma, c’è di più. Al riguardo nei mesi scorsi, il 4 febbraio 2004, è stato sottoscritto un accordo di partnership pubblico-privato per una ricerca di comune interesse dal titolo “Utilizzo di materiali inerti dismessi ad alta tecnologia nel settore ceramico”, che reca la firma della Provincia di Reggio Emilia, dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e delle due aziende interessate: Refri – gruppo Unieco (settore del recupero e trattamento rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) e colorificio ceramico Colorveggia.