Otto studenti su dieci non si sentono preparati ad affrontare gli esami di Stato che inizieranno dopodomani con la prima prova scritta. E’ il risultato di una indagine condotta da ‘Cream-magazine’ su un campione di 6.348 maturandi in collaborazione con il sito web Matura.it, il portale dedicato esclusivamente all’ultimo appuntamento tra i banchi delle secondarie superiori.


Dai dati emerge la forte preoccupazione degli studenti di non essere preparati: ben 81 su cento affermano, forse per scaramanzia, di non avere la certezza di essere pronti per le imminenti prove d’esame. Quasi 60 su cento, però, dichiarano che non cercheranno di usare il telefono cellulare durante le prove scritte; per il 46% è “troppo pericoloso”, ma c’è anche un 11% che dichiara che “sarebbe contrario ai miei principi”; i “principi etici”, però, cedono subito davanti alla possibilità di un aiuto telematico: il 43% non disdegnerebbe l’ausilio della rete durante l’esame.

E sono proprio i siti web il “soccorso” più significativo nella corsa alla maturità: il 27% dei maturandi si è servito di appunti e tesine trovati su Internet; tra gli aiuti seguono i “prof” privati con il 22%, i compagni di classe (18%), il Bignami e i libri (15%). Quanto ai compensi dei ripetitori privati, la maggioranza dei ragazzi ha pagato sui 20 euro per ora di lezione (43%), ma c’è anche un 23% che ha corrisposto 25 euro a lezione.
L’italiano resta la materia più amata dagli studenti italiani, che sul futuro hanno le idee abbastanza chiare: proseguiranno iscrivendosi all’università.

Entrando nel dettaglio della ricerca, il 19% ritiene di avere studiato molto, il 29% afferma di dover ancora colmare delle lacune, il 36% sostiene di dover abbondantemente recuperare e il 16% ammette di studiare tuttora pochissimo.
L’italiano è la materia preferita da circa uno su tre (il 31%), segue la materia di indirizzo per ciascun corso di studi, ad esempio latino o greco per il classico (29%), quindi lingua straniera (22%) e matematica (18%).

Finito l’incubo degli esami, la grande maggioranza (63%) proseguirà gli studi iscrivendosi all’università: oltre uno su cinque sa già che abbandonerà i libri per trovarsi un lavoro (21%), mentre il 16% si riserva “un pò di tempo per decidere”.

(Fonte: AGI online)