Un tempo, quando era
felice e scanzonato, Giuliano Figueras suonava la chitarra al
Giro d’Italia, faceva ridere tutti con le battute, conquistava
la platea con il vernacolo e gli appassionati con un talento
purissimo e vero. Poi qualche problema con la ex squadra,
delusioni da digerire, sfiducia, il ‘problemino’ delle pasticche
di caffeina a Sanremo e conseguente squalifica. E’ tra i pochi
ad aver pagato, ma tutto l’ambiente non vedeva l’ora che
tornasse il grande che aveva promesso di diventare.

Ed oggi,
grazie alla roulette dei secondi di abbuono e’ finalmente uscito
il nome di Giuliano Figueras: il talento napoletano della
Panaria si e’ aggiudicato laCoppi&Bartali per un solo secondo
su Mirko Celestino dopo 5 giorni infuocati e una ultima tappa
spettacolare.
La tappa e’ stata vinta con grande intelligenza tattica da
Ruggero Marzoli, ormai corridore avviato ad una carriera che
puo’ dare soddisfazioni notevoli. Uno sprint tra una decina di
corridori, impegnati a scannarsi sul filo del rasoio degli
abbuoni almeno in quattro: i sei secondi guadagnati col secondo
posto hanno permesso a Figueras di scavalcare Celestino in
classifica.
Era stata una gran tappa, con la Fazzana, straordinaria
salita appenninica a ridosso dell’arrivo cosi’ somigliante alla
Redoute della Liegi-Bastogne-Liegi, lunga, stretta, scoperta,
pendenze al 20%, scoperta da patron Adriano a fare la
differenza. Alla fine della tappa saranno quasi 50 i corridori
ritirati. Attacchi e contro attacchi, Domina Vacanze a far dura
la corsa per Scarponi, Celestino in evidente difficolta’ sulle
tre ascese della Bazzana, ma mai domo, al punto da perdere
brillantezza nel finale. Un gruppettino a giocarsi il finale, il
guizzo svelto di Marzoli, che aveva gia’ vinto qui alla
Coppi&Bartali lo scorso anno, abile a capire che poteva fare da
terzo incomodo per la vittoria di tappa.


Per Giuliano Figueras si tratta di un successo vero, in una
corsa a tappe cresciuta tantissimo nelle ultime edizioni. Il
napoletano, passato negli ultimi anni tra vicende sportive e
personali non felicissime, sa che questa potrebbe essere la
svolta. ”Mai un secondo posto in volata e’ stato cosi’
importante per me: ho esultato come se avessi vinto – ha
spiegato il capitano della Panaria. E’ stata una sofferenza
fino all’ultimo, e vincere cosi’ e’ piu’ bello. Io ci sono
abituato perche’ a me non ha mai regalato niente nessuno.
Insomma, la carriera ricomincia adesso, dopo due anni tristi. La
verita’ e’ che adesso posso dire di essere sereno: mi sono
sposato a dicembre, mi sono allenato bene, e spesso anche a
casa, a Napoli – continua Figueras che vive da tre anni a
Bologna.
E questo tornare a casa da mia madre, dopo la morte di
mio padre, e’ stato un bene: non escludo di andar forte anche
perche’ ho ritrovato le mie strade campane, assieme a Illiano,
D’Amore, Muto, i colleghi napoletani”.
La vita puo’ riprendere a 28 anni: ”Ho passato brutti
momenti, ma non ho mai pensato di non essere un corridore vero:
da certe storie e’ gia’ una vittoria esserne uscito indenne, mi
sono sempre rialzato, ho avuto la forza di non farmi
schiacciare. Quindi sono felice per questo, per la reazione che
ho avuto”.


Passato professionista giovanissimo con la Mapei, cosi’ come
Gasparre e D’Amore che si sono aggiudicati belle tappe alla
Coppi&Bartali 2004, ha cercato di risalire la china con una
formazione piu’ ”familiare”, come la Panaria di Roberto e
Bruno Riverberi, con l’umilta’ di scendere di un gradino per
ripartire: ”Ma io non mi lamento affatto: io sono stato in
quella che voi chiamate la serie A, e continuo a sentirmi un
corridore di serie A. Penso solo che in serie A ci devi andare
quando sei veramente competitivo, perch‚ la strada poi ti si fa
piu’ dura. Io non mi sono mai sentito inferiore ai corridori di
grido della mia generazione (Di Luca, Basso, Paolini, ndr): e’
che ho avuto una bella dose di sfortuna in piu’ rispetto a loro.
Ma ripeto, ho solo 28 anni, e me ne restano altri 5 come minimo
di carriera. Riparto da qui, dalla Coppi&Bartali”.


Un pensiero al Mondiale di Verona, un riconoscimento a
Celestino che ha lottato fino all’ultimo, un po’ di riposo fino
al Giro, perch‚ quest’anno vuole prendere qualche tappa e non
puntare su una improbabile classifica. Euforia nel clan della
Acqua&Sapone per la seconda vittoria in una settimana. Dopo
Crescenzo D’Amore ecco Ruggero Marzoli: ”In questa squadra mi
sento un altro þ spiega il pescarese þ Ho avuto un incidente
meccanico sulla seconda ascesa della Fazzana, i compagni mi
hanno aspettato e si sono dannati per me. Io in volata anche per
l’aiuto che mi hanno dato i miei compagni mi sono fatto in
quattro. Si’, nella mia nuova squadra mi sento un altro, ho
un’altra convinzione e il merito e’ tutto di Palmiro
Masciarelli”.