Le speranze dell’industria italiana
delle macchine per ceramica si appuntano tutte sul 2004, che
dovrebbe registrare la riscossa del settore. Archiviato un 2003
sostanzialmente negativo, con un decremento d’affari compreso
fra 3 e 5 punti percentuali ma con un sospiro di sollievo alla
luce delle previsioni ben più fosche che indicavano un calo a
due cifre, oggi il comparto scommette in un’inversione di
tendenza già nei primi mesi di quest’anno.

Se nel 2003 è andata meglio del previsto nonostante la crisi
internazionale, il forte apprezzamento dell’euro e soprattutto
la sempre più agguerrita competitività internazionale, il
comparto dei macchinari e attrezzature per la lavorazione della
ceramica e del laterizio ha iniziato il nuovo anno più
agguerrito che mai. Secondo i dati dell’Acimac, l’associazione
dei produttori di macchinari e attrezzature per la lavorazione
della ceramica e del laterizio che ha sede a Modena, nel 2002 il
settore ha fatturato 1.452 milioni di euro e quindi, alla luce
delle previsioni, nel 2003 le vendite dovrebbero scendere a
quota 1.380-1.400 milioni di euro. Lo scorso anno il valore
delle esportazioni sul fatturato è stato pari a circa 940
milioni di euro, mentre le vendite in Italia, sempre stando alle
stime Acimac, si sono aggirate intorno ai 460 milioni di euro in
flessione rispetto ai 484 milioni di euro registrati nel 2003.

La perdita registrata sul mercato europeo è stata in parte
compensata da un miglioramento nelle vendite in Medio Oriente,
Europa dell’Est e Asia, inclusa la Cina. Tra i mercati più
dinamici ci sono stati quelli asiatici come Vietnam, Iran,
Thailandia, Cina ma anche la Russia.