Nel 2003 le retribuzioni contrattuali orarie dei lavoratori dipendenti sono cresciute meno
dell’inflazione. In base ai dati diffusi dall’Istat, le
retribuzioni sono salite lo scorso anno del 2,2%, a fronte di un incremento del 2,5% segnato dall’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi) al netto dei tabacchi. Nel 2003, invece, l’indice dei prezzi al consumo Nic
è salito del 2,7%.


”L’incremento degli indici delle retribuzioni orarie
contrattuali è stato nel 2003 del 2,2%, con un differenziale negativo di 3 decimi di punto percentuale – spiega l’Istat – rispetto all’indice dei prezzi Foi al netto dei tabacchi”, salito invece del 2,5%. Per quanto riguarda il solo mese di dicembre l’indice delle retribuzioni orarie e contrattuali è salito su base tendenziale del 2,7%, 4 decimi di punto percentuale in più rispetto alla variazione registrata nello stesso mese dall’indice Foi (2,3%
tendenziale, invariato a livello congiunturale).

Lo scorso anno i settori che hanno registrato aumenti delle retribuzioni contrattuali superiori alla media (pari al 2,2%) sono stati quelle della lavorazione minerali non metalliferi ed agricoltura (entrambi +3,6%), le attività connesse ai trasporti (+3,5%), il settore tessile abbigliamento e lavorazione pelli (+3,4%) il legno e prodotti in legno (+3,3%). Gli aumenti più contenuti, invece, hanno riguardato energia e petroli (+1,5%) e posta, telecomunicazioni ed attività della pubblica amministrazione (+1,6%).
Alla fine di dicembre 2003 la quota di contratti nazionali vigenti relativa all’intera economia risulta pari al 72% dei contratti nazionali di lavoro.

La stagione contrattuale appena chiusa ha registrato il rinnovo di 27 contratti che coinvolgono quasi 5,2 milioni di dipendenti. In attesa di rinnovo, invece, sono risultati alla fine del 2003 ben 16 accordi collettivi nazionali per un totale di 3,6 milioni di lavoratori dipendenti. ”Sulla base della dinamica registrata nei mesi precedenti e dei contratti in vigore alla fine di dicembre 2003 – spiega
l’Istat – l’indice delle retribuzioni orarie contrattuali per l’intera economia crescerà nel 2004 almeno dell’1,6% rispetto al 2003”.

Alla fine di dicembre 2003 erano in vigore 60 contratti collettivi nazionali di lavoro, ma con la fine del mese sono venuti a scadenza numerosi accordi. La quota dei contratti collettivi nazionali in vigore rispetto a quelli osservati, che alla fine del 2003 era pari al 72%, ”subisce infatti da gennaio
2004 una significativa diminuzione, scendendo al 34,2% in termini di monte retributivo contrattuale – precisa l’Istat – tale valore rimarrebbe costante se non avvenissero rinnovi per i primi 6 mesi del nuovo anno. Alla fine di giugno 2004, inoltre,
il peso dei contratti scaduti da oltre 3 mesi risulterebbe pari al 65,8%, rispetto al 28% alla fine di dicembre 2003”.

Nel solo mese di dicembre le retribuzioni orarie sono cresciute su base annua del 2,7% mentre su base mensile hanno messo a segno un incremento dello 0,2%. Gli aumenti tendenziali superiori alla media sono stati registrati nei settori delle
assicurazioni (+5,4%), nei pubblici esercizi ed alberghi (+4,6%), nelle attività radiotelevisive (+4%) e nella metalmeccanica (+3,3%).