Oltre un operatore sanitario su quattro in Emilia Romagna ha affermato di aver avuto in cura pazienti con mutilazioni genitali femminili (Mgf). E’ quanto emerge da una ricerca, la prima in Italia, effettuata in ambito sanitario tra ginecologi (176) ed ostetriche (241) operanti nelle strutture sanitarie pubbliche della regione.

La ricerca, approvata dal ‘Who Europe’, Centro per la salute delle donne collegato all’Organizzazione mondiale della sanità, è stata finanziata dall’assessorato alla Sanità della Regione Emilia-Romagna e coordinata dal professor Gianfranco Gori.

La mutilazione dei genitali femminili è una pratica che nel mondo riguarda circa 130 milioni di donne, soprattutto africane. Un tema che tocca da vicino le problematiche sociali e sanitarie di molte immigrate nel nostro Paese. Temi che sono stati affrontati nel corso di un convegno tenutosi oggi nell’aula magna della Regione, a Bologna.

“Si tratta di un tema straordinariamente complesso – ha detto l’assessore alle Politiche sociali della Regione, Gianluca Borghi – sul quale noi abbiamo una ferma posizione che si concretizza in politiche di contrasto al fenomeno”.