Il secondo trimestre del 2003 si è chiuso per gli esercizi commerciali al dettaglio dell’Emilia-Romagna senza nessuna significativa variazione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, confermando nella sostanza quanto emerso nei primi tre mesi.

Lo afferma l’indagine congiunturale dell’Ufficio Studi di Unioncamere Emilia-Romagna. Il basso profilo delle vendite – l’aumento è stato di appena lo 0,3% – in linea con quanto avvenuto nel Paese e nella circoscrizione nord-orientale, è stato determinato dall’andamento negativo della piccola e media distribuzione, le cui vendite sono tendenzialmente diminuite rispettivamente dell’1,5 e 1,4%, a fronte della crescita del 4,3% evidenziata dalla grande distribuzione.

Tra i settori di attività, al moderato progresso dei prodotti alimentari (+0,5%) si è contrapposta la diminuzione del comparto non alimentare (-1,8%), con un picco negativo del 3,7% relativo all’abbigliamento e accessori.
Per quanto concerne la localizzazione dei punti di vendita, la diminuzione più accentuata ha interessato i punti vendita localizzati nei centri storici e centri città (-1,3%).

Nei comuni turistici il calo è risultato lievemente meno accentuato (-1,2%), in virtù della buona intonazione della grande distribuzione, la cui crescita del 4,2% ha parzialmente compensato i cali dell’1,5 e 1,1% riscontrati rispettivamente nella piccola e media distribuzione.

Le imprese plurilocalizzate hanno registrato un incremento del 2,0%, anche in questo caso da ascrivere alla vivacità della grande distribuzione, cresciuta del 4,4%. La stagnazione delle vendite si è associata alla crescita della consistenza delle giacenze, soprattutto per quanto riguarda i prodotti dell’abbigliamento e accessori.

Per quanto concerne l’occupazione non stagionale, il settore ha tuttavia evidenziato un aumento piuttosto accentuato rispetto alla situazione di fine 2002. Le previsioni a breve termine non hanno risentito della sfavorevole congiuntura. Per il trimestre luglio-settembre gli esercizi che hanno previsto aumenti hanno prevalso su quelli che al contrario hanno ipotizzato diminuzioni. A fare pendere la bilancia in senso positivo sono stati gli esercizi alimentari, a fronte del pessimismo manifestato dal comparto non alimentare, soprattutto per quanto concerne abbigliamento e accessori.