Il tasso di inflazione ”acquisito”
per il 2003, cioe’ quello che si registrerebbe se l’indice dei prezzi al consumo restasse per il resto dell’anno invariato rispetto a settembre (secondo le stime provvisorie al 2,8%) , e’ pari al 2,6%. Lo ha detto il presidente dell’Istat Luigi Biggeri nel corso di un’audizione sulla Finanziaria con le Commissioni Bilancio di Camera e Senato.

L’arrotondamento, ha detto Biggeri, dell’euro a 2.000 lire ha comportato per l’Italia un’inflazione percepita del 6%.
“Uno statistico – osserva Biggeri – rifiuta l’equazione 1 euro/1.000 lire, ma uno statistico non puo’ rifiutare, perche’ e’ un problema di arrotondamento, che 1 euro equivalga a 2.000
lire. Purtroppo – osserva – abbiamo avuto la sfortuna che nel nostro Paese l’euro sia stato pari a 1.936,27 lire e cio’ ha comportato che quando si pensa a 1 euro si pensa a 2.000 lire”.

Si tratta di “un arrotondamento del 3,2%, che aggiunto al 2,8% dell’inflazione misurata dall’Istat, comporta un’inflazione percepita del 6%”. Un’operazione che, denuncia Biggeri, “non e’ avvenuta in altri paesi” e non perche’ ci siano stati maggiori controlli, ma perche’ se si e’ arrotondato lo si e’ fatto per difetto e non per eccesso