I prodotti alimentari saranno, anche a settembre, i principali responsabili dell’aumento dell’inflazione, che potrebbe arrivare al 2,9%. Ma il caro-vita è
legato anche ad altre voci: istruzione e servizi turistici. L’esplosivo mix potrebbe far volare i prezzi delle 12 città campione, che saranno resi noti domani, anche se il calo del petrolio e le conseguenti riduzioni della benzina dovrebbero
riuscire a raffreddare gli aumenti.


Non concordi sulle stime del dato tendenziale, gli analisti sono unanimi però nel puntare il dito contro gli alimentari, individuati come gli imputati numero uno del crescente tasso di inflazione.

”In settembre i prodotti alimentari registreranno
un incremento al di là del normale, con aumenti superiori alla stagionalità a causa della siccità”, spiega Luigi Speranza di Bnp Paribas, convinto che l’inflazione salirà al 2,9% anche grazie all’istruzione, una voce che ”a settembre si fa sempre sentire”.

Più ottimisti Gianluigi Mandruzzato di BantaIntesa, Paolo Guida di Unicredit Trading Lab, e Aurelio Maccario di Ubm,
secondo i quali in settembre l’inflazione rimarrà ferma al 2,8%.

Per Mandruzzato, ”ci sono diversi fattori contrastanti in gioco” che faranno rimanere stabile il tasso. Da un lato,
”alimentari freschi e il rimbalzo del settore abbigliamento dopo gli sconti estivi avranno un effetto inflattivo. Dal fronte energetico, e cioè petrolio e benzina, invece si avrà un effetto calmierante dei prezzi”.

Secondo Guida, a livello mensile il tasso salirà dello 0,2%, mentre il dato tendenziale rimarrà fermo al 2,8%. ”La
situazione di crescita congiunturale degli alimentari è in linea con l’andamento stagionale. Buone notizie, invece, sul lato energetico, grazie soprattutto al rafforzamento dell’euro nei confronti del dollaro ed alla discesa del prezzo del
petrolio. Con il Brent in calo – ha spiegato Guida – il prezzo della benzina è sceso con un impatto positivo sulla componente trasporto”.

Inflazione stabile anche per Maccario, convinto che ”il 2,8% sarà il picco massimo del 2003: la dinamica è infatti destinata a decelerare”. A pesare sul tasso inflattivo, secondo l’analista di Ubm, sono i servizi turistici, l’ortofrutta e gli alimentari.