Il Pm di Modena Andrea Claudiani ha
chiesto l’archiviazione per il professor Antonio Pinna e i quattro medici della sua equipe indagati per l’omicidio colposo di Rita Borrelli, la donna napoletana di 54 anni morta l’ 8 settembre 2002 a causa di un cancro. Un anno prima l’equipe
aveva operato la donna per impiantarle un fegato, poi risultato portatore di cellule tumorali maligne.


Il 31 dicembre 2001, la donna viene operata al centro trapianti del Policlinico di Modena dove le viene impiantato un fegato prelevato ad Avellino da un uomo di 55 anni e portatore di cellule tumorali maligne. La denuncia di Rita Borrelli contro l’equipe medica modenese, presentata attraverso il suo legale Cosimo Zaccaria dopo che le viene diagnosticato il cancro, risale al 6 luglio 2002. La Procura di Modena apre un’inchiesta
(per lesioni colpose) e indaga, oltre ad Antonio Pinna, Raffaele Della Valle, Fabrizio Di Benedetto, Roberta Gelmini e Alessia Andreotti.

Il primario del centro trapianti del Policlinico ha sempre detto di aver saputo della presenza di linfonodi sospetti nel fegato del donatore soltanto nel momento in cui l’operazione sulla donna non si poteva più interrompere. Nel settembre 2002
la donna muore e il capo di imputazione si trasforma in omicidio colposo. Dopo più di un anno di indagini e una perizia affidata dalla Procura a Massimo Rugge e Paolo Benciolini, dell’Università di Padova, il Pm Claudiani ritiene, sulla base degli
elementi raccolti, che Rita Borrelli abbia sviluppato il cancro indipendentemente dai linfonodi presenti nel fegato che le era stato impiantato. Per questo il pm ha chiesto al gip l’archiviazione.
Di altro avviso la parte civile che ha annunciato opposizione alla richiesta e la produzione di un’ulteriore perizia.