114 docenti in meno e almeno 10 mila alunni in più nelle scuole dell’Emilia-Romagna a pochi giorni dall’avvio dell’anno scolastico. Cgil, Cisl e Uil scuola accusano la direzione regionale di aver diffuso “dati falsi” sostenendo che c’é un aumento degli insegnanti, e minacciano agitazioni, non escluso lo sciopero, alla ripresa delle lezioni fra due settimane.

Claudio Cattini, segretario regionale della Cgil scuola, in una conferenza stampa convocata insieme al collega della Cisl, Lamberto Benini, dati alla mano che sostiene essere di provenienza ministeriale, accusa in sostanza la direttrice regionale, Lucrezia Stellacci, di fornire un quadro del tutto falsato della situazione. Per i sindacati i 10 mila alunni in più secondo i parametri richiederebbero almeno 1051 insegnanti, più altri 175 di sostegno (totale 1226). Invece la direzione regionale – spiega Cattini – ha sostenuto che una diversa sistemazione dei docenti ha permesso di affrontare l’aumento degli alunni e che quindi non c’è nessun problema. Dove sta l’inghippo? Per i sindacati nel fatto che vengono sforati i tetti massimi di alunni per classe (25, e in casi rari 28 quando si tratta di recuperare i resti). In questo modo – osserva ancora Benini – sono sparite almeno 150 classi.

I sindacati fanno anche notare che i decreti ministeriali spesso consentono la formazione di classi più numerose violando altre norme dello stato sulla sicurezza e sull’edilizia che sono più rigide. La critica dunque è chiara. Con la logica “del risparmio all’infinito che non si può più accettare”, si infoltiscono le classi a scapito della qualità dell’offerta formativa, aumentano i contratti a tempo, molti docenti di lingua nelle elementari hanno spezzoni con stipendi da fame, mentre in moltissime realtà della scuola elementare la riforma “non si sa se esiste o non esiste con il maestro tutor che non si sa se c’é o no”. Anche sui docenti di sostegno – afferma ancora Cattini – si fa il “gioco delle tre carte”, perché si dice che sono aumentati con l’impiego di molte deroghe, ma in realtà si ragiona sul parametro di un handicap ogni 144 alunni, quando il rapporto previsto dalle norme è di uno ogni 136.

Che succederà ora? I sindacati hanno un incontro con la direzione regionale l’8 settembre e avanzano tre richieste. Almeno 65 docenti in più per trasformare altrettante sezioni di scuola materna da part-time a tempo pieno secondo le richieste dei genitori; immediata verifica del rispetto dei tetti degli alunni per classe; autorizzazione dei posti necessari per i progetti di integrazione per alunni extracomunitari e nomadi che non hanno trovato negli enti locali la necessaria sostituzione. Se queste richieste non verranno accolte, Cgil, Cisl e Uil minacciano agitazioni da subito, compreso uno sciopero nei primi giorni di scuola.