Perché la riforma del codice della strada che ha introdotto la patente a punti dia i risultati auspicati, secondo l’Asaps (Associazione amici sostenitori della polizia stradale) sono irrinunciabili tre elementi: incremento quantitativo e qualitativo dei controlli sulla strada, reale funzionalità della banca dati (presso la Direzione trasporti terrestri del ministero) che permetta ad ogni forza di polizia di conoscere in tempo reale lo stato del punteggio del conducente, celerità ed equità nei giudizi dei giudici di pace.

In una nota il presidente dell’Associazione, Giordano Biserni, sottolinea anche l’importanza della norma che toglie le scorte dei trasporti eccezionali alla polizia stradale per affidarle a privati:”In questo modo la polizia stradale potrà recuperare fra 30 e 40 mila pattuglie l’anno: ciò vuol dire un aumento che sfiora il 10% delle attuali pattuglie annue”.

Secondo l’Asaps, la necessità di conoscere in tempo reale lo stato del punteggio del conducente serve anche “a dare seguito pratico ai casi di recidiva, a cui consegue il ritiro temporaneo della patente. Ora il meccanismo si è fatto ancor più complesso, poiché nella banca dati dovrà essere registrato non solo ciò che il conducente ha commesso, ma anche ciò che non ha commesso al termine del periodo biennale di ‘osservazione’, che gli permetterà di recuperare periodicamente 2 punti, arrivando ad un massimo di 10”.

Per quanto riguarda i giudici di pace, l’Associazione, dopo aver sottolineato che “i punti non potranno essere sottratti e contabilizzati in diminuzione fino alla conclusione del procedimento sanzionatorio”, chiede se “gli uffici dei giudici di pace sapranno far fronte alla immaginabile mole di ricorsi che si scaricheranno sulle loro scrivanie”.

“Se anche uno solo di questi tre delicati elementi non funzionerà a dovere – conclude l’Asaps – la riforma, che presenta aspetti sicuramente positivi e condivisibili (ad esclusione dell’inutile e propagandistico possibile limite dei 150 Km/h nelle autostrade) sarà destinata ad un ennesimo fallimento”.