Gli appalti pubblici in Emilia-Romagna godono di ottima salute. Il valore delle opere messa a gara nel 2002 è cresciuto infatti, rispetto all’ anno precedente, del 30,7%. Ad incidere sono le grandi opere, quelle sopra la soglia ‘comunitaria’ di 5,165 milioni di euro (+36%).


Non a caso l’importo medio dei bandi sale (da 0,815 a 1,156 milioni di euro) e cala del 7,8% il loro numero complessivo. Una buona salute dei cui godono per lo più imprese extraregionali capaci di aggiudicarsi il 52,6% del valore degli importi affidati. Il dato emerge dal rapporto 2002 di Sitar, il sistema informativo telematico degli appalti regionali, presentato dall’ assessore regionale ai lavori pubblici, Pier Antonio Rivola.

Un dato in tendenza col resto di Italia, dove il valore degli importi messi in gara è cresciuto del 21,8%. Ad incidere in maniera rilevante in regione è stato il maxibando (da 556 milioni di euro) della Società autostrade per la realizzazione della galleria nel tratto appenninico della A/1.

In testa alla classifica c’é la provincia di Bologna che nel 2002 ha indetto bandi di gara per 1.262 milioni di euro. In termini di crescita relativa invece la miglior performance è quella di Forlì-Cesena con un +107,2%. Anche sul fronte affidamenti il territorio bolognese è al primo posto, sia in termini assoluti (aggiudicati lavori per 552 milioni di euro), sia relativi (aumento rispetto all’ anno precedente del 99,5%).
Seguono Parma (146 milioni di euro) e Ferrara (+55,5%). In questo quadro di crescita generale, la parte del leone la fanno le imprese extraregionali, capaci di passare dal 35,1% del valore degli importi affidati al 52,6%, ottenendo il 32,5% del numero di lavori (avevano il 28,9% l’ anno precedente).

La presenza di imprese extraregionali è più forte a Rimini (71,1%), e Bologna (71%). Seguono Forlì-Cesena (46,7%), Piacenza (45,1%), Ferrara (44,7%), e Modena (43,9%). I valori minori sono a Parma (26,5%), Ravenna (32,9%), e Reggio Emilia (37,1%).