Una “doccia fredda” non solo per gli organizzatori e gli amanti della musica rock ma anche per chi sperava, con i fondi raccolti, di dare una mano ai profughi iracheni.

Ne è convinta la portavoce dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, Laura Boldrini, che, facendo una stima rispetto all’anno scorso, parla di una perdita per l’organismo umanitario di circa 3 milioni di euro.

“Pavarotti & friends” era stato inserito in un programma globale, lanciato tre giorni fa dall’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, che con una raccolta di 118 milioni di euro vuole far tornare dall’esilio 500 mila iracheni che “anche da 20 anni – spiega Boldrini – sono fuggiti per i conflitti e per il regime dall’Iraq e sono sparsi nel mondo, soprattutto in Iran”.

Con i fondi raccolti attraverso il concerto, l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati stimava di “dare un segnale importante, riportando a casa circa 20 mila iracheni”. Dopo il no della Rai alla diretta, Boldrini non ha comunque perso le speranze e si augura che “si riesca comunque ad avere uno spazio televisivo adatto”.