Anna Sacco, la diciassettenne uccisa dal padre nella sua abitazione di Poviglio, davanti agli occhi della madre e dei due fratelli minori, aveva dato qualche problema alla famiglia.

Soprattutto per motivi di integrazione scolastica, tanto che due anni fa, i genitori l’ avevano trasferita da una scuola di Reggio Emilia (dove viveva la famiglia, poi venuta ad abitare a Poviglio) all’ Istituto tecnico per grafici industriali di Sant’ Ilario.

Nella nuova scuola – come ha spiegato il direttore, Gian Luigi Saracchi – Anna si era inserita bene e i problemi di socializzazione sembravano ormai alle spalle, il rendimento era
buono e lei era vivace e interessata soprattutto ai temi dell’ attualità. Carina ma – raccontano i compagni – un pò complessata per motivi di peso, due anni fa Anna si era allontanata di casa, arrivando fino a Genova, dove era stata
ritrovata e ricondotta a Poviglio.

Da circa una settimana la ragazza non andava a scuola. Un insegnante aveva telefonato a casa per informarsi e gli aveva risposto proprio il padre, Francesco, il quale aveva assicurato che non c’era nessun
problema e che la figlia aveva solo un pò di bronchite.