Non stanno mai fermi, parlano troppo, agiscono come se fossero motorizzati, in altre parole sono disattenti, iperattivi, irrequieti, spesso distratti e impulsivi: almeno un bambino in ogni classe presenta questi sintomi, caratteristici di un vero e proprio disturbo.

Si chiama Sindrome da deficit di attenzione e iperattività/impulsività (Adhd), si manifesta soprattutto nell’età scolare ed è riconoscibile attraverso la difficoltà dei piccoli a concentrarsi, a mantenere attenzione e impegno nei compiti ma anche nel gioco, ad aspettare e ascoltare gli altri. Colpisce più i maschietti che le femminucce. All’argomento è dedicato ”Il bambino iperattivo e disattento”, un libro di auto-aiuto per imparare a ”riconoscerlo e ad intervenire per aiutarlo”, frutto della collaborazione tra tre pediatri, una psicologa e una neuropsichiatra infantile. Scritto da Serenella Corbo, Federico Marolla, Vittoria Sarno, Maria Giulia Torrioli, Silvia Vernacotola, inizia raccontando la storia di Tommaso, 8 anni, vivace, simpatico, intuitivo, generoso ma un vero terremoto. Secondo alcuni dati riportati nel libro, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività varia dal 3% al 5% tra gli scolari ed e’ 5 volte più frequente nei maschi. Non mancano gli effetti sul bambino che, ripetutamente rimproverato e spesso non assecondato nelle sue marachelle, può sviluppare una bassa autostima e rinforzare i comportamenti disturbanti. Per Pierpaolo Mastroiacovo, direttore della cattedra di Pediatria al Gemelli di Roma, c’è chi sostiene che parlare di questo disturbo sia un tentativo di ”imbavagliare” i bambini troppo vivaci o un alibi per i genitori ”incapaci” di educare i propri figli ma, in realtà, sottolinea, vi sono diverse evidenze scientifiche che questa sindrome esiste e nella maggior parte dei casi ha una base biologica con cui interagiscono relazioni ambientali. Pur mancando dati epidemiologici italiani, sottolinea, si può stimare che in ogni classe di 25 bambini, almeno uno presenti i segni tipici dell’Adhd. L’approccio terapeutico può essere farmacologico, psicoterapico, socio-ambientale. Certo non tutti i bambini vivaci soffrono di tale disturbo. Il bambino con Sindrome da deficit di attenzione e iperattività/impulsività, spiegano gli autori, è infatti quello in cui la vivacità e la disattenzione sono eccessive, di intensità e frequenza tali da influire negativamente sul profitto scolastico, sulle relazioni sociali con i coetanei e gli adulti, ”predisponendolo a forme di disagio sociale”. Inoltre, aggiungono, sono anche altri i problemi che possono accompagnare la sindrome: disturbo dell’apprendimento (12%), della condotta (25,7%), dell’umore (18,2%), d’ansia (25,8%) e soprattutto un disturbo oppositivo-provocatorio (35,2%); infine, sottolineano gli autori, questi bambini sono ”altamente a rischio per incidenti, ponendosi spesso in situazioni pericolose”. Per questo, è importante, suggeriscono, una diagnosi corretta e tempestiva. Anche perchè, ricordano che recenti studi hanno dimostrato che i sintomi diminuiscono con l’eta’ ma che una percentuale compresa tra il 22 e l’85% degli adolescenti e tra il 4% e il 50% degli adulti che hanno avuto una diagnosi di Adhd durante l’infanzia continua a manifestare la sintomatologia.