E’ attivo da questa mattina “stop-it” il neonato sito dell’associazione Save the Children per denunciare lo sfruttamento e l’abuso sessuale di minori su internet.


Il progetto, co-finanziato dalla Commissione Europea, è stato presentato oggi dall’associazione che lo ha organizzato di concerto con Ecpat, Arci, Isp in collaborazione con Tiscali. Si tratta di un sito: (http://www.stop-it.org) sul quale chiunque potrà segnalare materiale pedo-pornografico individuato in rete. La
novità è che parteciperanno all’iniziativa la polizia postale e delle comunicazioni. ”Due persone lavoreranno quotidianamente al sito – spiega
Angelo Simonazzi, presidente dell’associazione – raccoglieranno le segnalazioni, che possono essere anche anonime, le verificheranno e le invieranno alla polizia postale”. Si affiancherà così, spiegano gli organizzatori, al consueto lavoro della polizia, uno strumento in più che forse, potrebbe far avvicinare anche le persone che sono timorose di denunciare direttamente alle forze dell’ordine.
Il progetto ha un costo che si aggira intorno ai 600 milioni di vecchie lire per il primo anno. Save the Children parla di un preoccupante incremento della pornografia su internet. Secondo un recente studio americano, spiega l’associazione, un bambino su quattro almeno una volta ha visitato un sito pornografico e uno su cinque ha ricevuto
proposte sessuali via internet. Oltre il 70% delle molestie sono avvenute nelle chat room ed almeno il 25% dei bambini interpellati ha detto di aver ricevuto almeno una volta immagini sessuali inviate dai molestatori. Anche i dati elaborati dall’associazione sono allarmanti: un singolo sito internet sulla pedofilia può guadagnare fino a 90
mila euro al giorno (circa 180 milioni di vecchie lire) attraverso la vendita di foto e video contenenti scene di sesso tra adulti e bambini; un giro d’affari che in Italia ha un fatturato annuo di oltre 11 miliardi di euro (21 mila miliardi di vecchie lire). Il prezzo delle fotografie in rete varia dai 30 ai 100 dollari, mentre sono necessari circa 250-300 dollari
per accedere ai film hard. E ancora l’associazione parla di 70mila i siti che contengono materiale pedo-pornografico, per un totale di 12 milioni di immagini. Circa due milioni e mezzo i bambini coinvolti. Save the children avverte che anche la situazione nel nostro Paese non è da sottovalutare. Alla fine di settembre 2001 sono stati denunciati: 1.895 newsgroup italiani; 601 veri e propri siti internet italiani e 3.627 siti che contengono riferimenti al territorio nazionale. ”Le istituzioni hanno il dovere di promuovere politiche che tutelino i diritti dei minori – afferma Angelo Simonazzi, presidente dell’associazione – è però fondamentale costruire una base culturale che sostenga tali politiche. Segnalare materiale pedo-pornografico, con il quale un utente può venire
casualmente in contatto, rappresenta una importante azione civile che contribuisce ad evitare abusi su altri bambini”.