Quella del 2002 minaccia di passare alla storia come l’estate nera dello smog da ozono in Europa. I livelli registrati di questo pericoloso inquinante hanno infatti superato la soglia critica più di tre giorni su quattro. Secondo i dati preliminari raccolti dall’Agenzia europea dell’ambiente, in alcune zone d’Europa le concentrazioni potenzialmente dannose di ozono troposferico a livello del suolo hanno raggiunto ed oltrepassato le soglie critiche con una cadenza allarmante di tre giorni su quattro appunto.

L’ozono, principale componente dell’inquinamento urbano, si forma in seguito ad una reazione tra inquinanti atmosferici emessi dalle industrie e dai veicoli con la luce solare. I livelli di ozono
tendono ad essere più elevati in giornate calde e soleggiate e, generalmente, risultano superiori nell’Europa meridionale rispetto a quella settentrionale. Secondo una direttiva
dell’Unione europea, i Governi sono tenuti ad informare la popolazione non appena le stazioni di monitoraggio rilevano concentrazioni di ozono superiori ad una soglia critica fissata ad un valore medio di 180 microgrammi di ozono per metro cubo di aria (180 microgrammi/metro cubo) in un’ora. E proprio secondo una valutazione preliminare, nel periodo aprile-agosto 2002 tale
soglia è stata superata in 11 dei 15 Stati membri dell’Unione europea e in 6 degli altri 12 paesi europei. In almeno uno di questi 27 Paesi si sono verificati superamenti della soglia critica in 120 dei 153 giorni interessati. In giugno e luglio si è registrato il massimo numero di superamenti. La soglia per l’informazione della popolazione è stata superata in Francia, Grecia, Spagna ed in Italia in tutti e cinque i mesi controllati. I superamenti totali si sono verificati in quantità più allarmante in Francia, nella parte meridionale, e in Italia, nella Pianura padana e nelle regioni centrali.