”Uno sciopero per la difesa dell’autonomia professionale e previdenziale dei giornalisti e dell’occupazione. Uno sciopero per la liberta’ e il pluralismo dell’informazione, nella carta stampata cosi’ come nelle radio e nelle televisioni, contro le concentrazioni editoriali, il disequilibrio della pubblicita’ ed il dilagare del lavoro precario”. Cosi’ la Federazione nazionale della stampa spiega, in un dettagliato documento, le ragioni dell’astensione dal lavoro indetta per oggi sabato 16 novembre.


”La qualita’ dell’informazione, come ha ribadito a larghissima maggioranza la Giunta della Federazione della Stampa – si legge nel testo – e’ ancora una volta al centro della mobilitazione di una categoria impegnata a tutelare il diritto costituzionale dei cittadini ad essere correttamente informati.
La Fnsi rivolge un appello a tutti i colleghi a partecipare allo sciopero odierno, il quale ha motivazioni che provengono dal profondo disagio di una categoria la cui autonomia e’ a rischio e che quindi ha deciso di reagire con determinazione ai troppi tentativi di delegittimarne il ruolo e di attaccarne la dignita’. Compito di un Sindacato unitario e rispettoso delle diverse anime che lo compongono, e’ di respingere questi attacchi che vengono da pezzi importanti del sistema delle imprese, mentre dal mondo politico ed istituzionale giungono segnali contraddittori e di forte preoccupazione. L’interruzione della trattativa con la Federazione Italiana Editori Giornali ed alcune irrisolte questioni sul piano legislativo in tema di comunicazione, lavoro e diritto di cronaca, rendono indispensabile una risposta unitaria dei giornalisti”.
”In particolare – prosegue la Fnsi – per quanto attiene gli aspetti piu’ strettamente sindacali legati al conflitto con la Fieg, il Sindacato dei giornalisti ricorda che:

1. la Fieg e la Fnsi avevano raggiunto delle ipotesi di intesa, poi non confermate dagli organismi della Federazione degli Editori, su questioni di grande rilievo. In particolare, le parti, d’intesa con l’Inpgi, avevano avviato un chiarimento su alcuni temi riguardanti il futuro della previdenza generale di categoria. Tra questi: a) una consistente riduzione delle sanzioni a carico delle aziende in caso di violazione delle regole relative alla contribuzione in favore dei giornalisti.
b) un aumento, a carico delle aziende, dell’aliquota contributiva previdenziale del 2% nel quadriennio 2002-2006, del quale un primo incremento dell’1% dal primo marzo 2003 (scadenza della parte economica biennale del contratto) ed un secondo dell’1% dall’entrata in vigore del contratto quadriennale Fieg-Fnsi in scadenza il 28 febbraio 2005.
c) Una modifica del regolamento delle prestazioni per consentire di superare l’attuale divieto di cumulo tra pensioni e redditi da lavoro dipendente ed autonomo definendone i limiti.
d) L’erogazione di una integrazione straordinaria in favore dei giornalisti pensionati.
e) La Fieg si rifiuta, inoltre, di accogliere la proposta dell’Inpgi di regolamentare il riscatto, ai fini contributivi, oltre che del periodo di laurea, anche del periodo di specializzazione e di dottorato di ricerca.
2. Gli editori, che sono presenti in maniera paritaria nel Consiglio d’Amministrazione del Fondo di Previdenza Complementare dei Giornalisti, sono contrari all’estensione del Fondo stesso ai giornalisti che collaborano in regime di lavoro autonomo. La componente giornalistica ha invece proposto una modifica dello statuto per estendere l’iscrivibilita’ dei giornalisti freelance al Fondo.
3. la Federazione della Stampa ha chiesto alla Fieg di intervenire, presso i propri associati, per evitare la presentazione di progetti di ristrutturazione e stati di crisi non suffragati da negativi dati di bilancio. Secondo la Fnsi occorre un impegno delle due Federazioni per contenere le situazioni che comportano tagli dell’occupazione.

4. la Fnsi ha chiesto alla Fieg la disponibilita’ a realizzare un incontro con l’Ordine Nazionale dei Giornalisti, per discutere la proposta di riforma dell’accesso varata dal consiglio Nazionale dell’Ordine. Gli editori hanno, infatti, criticato globalmente la riforma stessa rifiutando qualunque confronto ed annunciando un’azione contraria nelle sedi istituzionali e parlamentari.

5. il Sindacato dei giornalisti ritiene che debba cessare un atteggiamento diffuso tra gli editori che tende a penalizzare l’agibilita’, il ruolo e l’attivita’ dei giornalisti, che ricoprono incarichi di rappresentanza sindacale a livello aziendale, regionale e nazionale.

6. la Fnsi ritiene che il negoziato per il rinnovo della parte economica biennale del contratto dei giornalisti debba prevedere anche una seria e ragionata verifica sia della perdita del potere d’acquisto dei salari sia di quelle norme del nuovo contratto applicate solo parzialmente dagli editori. In particolare, occorre una verifica sull’applicazione del contratto all’on line, sul protocollo dei freelance, sull’utilizzo multimediale e multitestata della prestazione di lavoro dei giornalisti, e sull’attivazione della norma sul part time. Nell’ambito del rinnovo contrattuale – conclude il documento – la Fnsi ha chiesto ripetutamente un confronto sul fenomeno della freepress, rifiutato dalla Fieg che ha finora escluso una propria capacita’ di rappresentanza in questo settore”.