Le famiglie italiane hanno stretto la cinghia e l’anno scorso hanno comprato di meno, limitando i propri consumi. Ma anche tagliando qualcosa. Come le somme destinate ai trasporti, calate del 4,7% (a 319 euro al mese dai 334 di un anno prima) tra minori acquisti di veicoli, le relative assicurazioni, carburanti ed i biglietti ed abbonamenti per i trasporti pubblici.


La conferma arriva dall’annuario statistico dell’Istat che ‘certifica’, nel 2001, una spesa media di ogni famiglia di 2.178 euro al mese, la stessa cifra cioe’ di un anno prima. In termini reali quindi nessuna variazione, ma di fatto una riduzione del 2,7% pari cioe’ all’andamento dell’inflazione per l’intera collettivita’.
E mentre anche nella spesa delle famiglie si registra un ‘Italia a due velocita’ che vede Veneto e Calabria ‘lontanissime’ (i nuclei della regione settentrionale spendono oltre mille euro in piu’ al mese dei cugini calabresi), cresce la quota della spesa destinata all’alimentazione (da 404 a 411 euro al mese) mentre cala quella per beni meno ‘indispensabili’ come arredamenti, tempo libero, cultura e comunicazioni.
A non risentire della ‘stretta’ dei consumi degli italiani, l’anno scorso e’ stata anche la spesa destinata all’abitazione, salita del 4,6% (da 486 a 508 euro al mese).
Nel 2001 comunque e’ aumentato il numero delle famiglie italiane che si ritiene soddisfatto della propria situazione economica (la percentuale di coloro che giudicano le proprie ricorse soddisfacenti o ottime e’ salita dal 67,8% al 71,9%), sopratutto al Centro e nel Mezzogiorno. Un Mezzogiorno che comunque continua a segnare il passo, mostrando una differenza strutturale nella spesa delle sue famiglie: fatta salva la spesa per l’alimentazione, leggermente superiore al Sud per il numero piu’ elevato dei componenti familiari, la composizione del ‘carrello’ delle famiglie delle due aree del paese appare infatti assai differente. Al Nord si spende piu’ per abitazione, trasporti, salute e tempo libero mentre al Sud somme maggiori sono destinate a istruzione. E sono diverse anche le abitudini di vita: ogni famiglia del nord spende infatti, in media, 67 euro al mese per pranzi, cene e spuntini fuori casa. Nel Mezzogiorno solo 43 euro sono destinati a questa voce, anche a testimonianza di un diverso stile di vita ancora incentrato al consumo dei pasti entro le mura domestiche.
”Importanti differenze”, rileva poi l’Istat si registrano anche per quanto riguarda gli ”altri beni e servizi”, che includono spese piu’ facilmente comprimibili, come le vacanze, le assicurazioni, gli onorari per professionisti.
Ecco una tabella che fotografa la spesa delle famiglie italiane per regione nel 2001 (dati in euro):


EMILIA ROMAGNA – (alimentari) 401,12 – (non alimentari) 2.256,88 – (Totale) 2.658,00