Manager insospettabili e imprenditrici d’assalto riciclavano e reimpiegavano in Italia denaro proveniente dal traffico di armi, droga e esseri umani gestito dalla mafia russa. L’operazione ‘Tela di ragno’ che impegna da tempo il Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, ma anche l’Fbi e le polizie di diversi paese europei, ha portato oggi all’arresto di 50 persone, la maggior parte
italiane, in Emilia Romagna, Veneto e Marche.

Sono, inoltre, 150 gli indagati e ammontano a 3 milioni di euro i beni sequestrati, sia immobili come ville e appartamenti, che attività commerciali, auto di lusso e conti correnti bancari. Arresti, perquisizioni e sequestri sono stati fatti in
Francia, Germania, Svizzera e Principato di Monaco. Il flusso di denaro che dai Paesi dell’ex Unione sovietica attraverso bonifici o false fatturazioni, in violazione delle regole
dell’esportazione di capitali, giungeva in Italia e negli altri Paesi europei tornava poi all’origine con complicati schemi di passaggio di denaro ma anche attraverso merci come macchinari, mobili, legname, capi di abbigliamento. Dall’indagine risultano anche collegamenti con il terrorismo ceceno usato come braccio armato in difesa dei traffici illegali. Fra gli arrestati, come hanno spiegato oggi i responsabili della procura distrettuale di Bologna che insieme alla squadra
mobile ha partecipato attivamente all’inchiesta, risultano imprenditori italiani e russi del settore dell’import-export.