Questa sera alle ore 21 nella chiesa di San Giovanni Apostolo ed Evangelista di Braida, a Sassuolo, verrà inaugurato ufficialmente l’organo storico Agostino Traeri, recentemente restaurato con un concerto per organo e tromba. L’organista Stefano Pellini e il trombettista Marco Tampieri suoneranno musiche di Mozart, Bach, Purcell, HandelG. Fantini e B. Pasquini. L’ingresso è gratuito.


L’organo restaurato risale al 1750 ed è opera di Agostino Traeri, che, insieme al padre Domenico, è autore di numerosi organi presenti in Emilia Romagna. Lo strumento, acquistato nel 1818 dalla parrocchia di Braida, fu inizialmente collocato nella vecchia chiesa, quindi trasferito nella cantoria sopra la porta d’ingresso nell’attuale chiesa di S. Giovanni Apostolo ed Evangelista.
Da diversi anni inutilizzato, è stato recuperato alla sua antica bellezza e funzionalità, grazie al restauro sapiente di Pierpaolo Bigi e Roberta Notari, con il patrocinio della CEI, della Provincia di Modena, del Comune di Sassuolo e la collaborazione del Banco S.Geminiano e S. prospero, della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, di Rolo Banca e della ditta Medici forniture industriali, oltre che con i contributo di molti privati.
Nell’occasione è stato pubblicato anche un piccolo libretto che racconta la storia dell’organo e descrive l’intervento di recupero, corredato con immagini fotografiche.
Il costoso restauro dell’organo, svolto in collaborazione con il Comune di Sassuolo, fortemente voluto, inizialmente da don Evangelista Margini e poi da don Francesco Saccani è stato appoggiato da tutta la comunità parrocchiale. “Ci è parso – spiega don Francesco – necessario ed inderogabile tale recupero, poiché l’organo storico della parrocchia, oltre a rappresentare un evento di memoria, ci aiuta a coinvolgere la comunità alla liturgia con linguaggi inusuali, ma efficaci per la nostra ricerca spirituale. Di fatto lo stesso Concilio Vaticano II raccomanda che: “si abbia in grande onore l’organo a canne, il cui suono è in grado di aggiungere notevole splendore alle cerimonie della Chiesa e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle realtà supreme. Perciò ringrazio di cuore, quanti si sono adoperati con dedizione e discrezione, affinché tale patrimonio rimanesse memoria viva della nostra comunità parrocchiale”.