Alcuni mazzi di fiori, tutti senza biglietto e portati dai bolognesi, sono stati sistemati alla destra dell’ ingresso dell’ abitazione di Marco Biagi in via Valdonica, nel cuore del centro storico di Bologna. Sin dalla prima mattina la strada, liberata dalle transenne a tarda notte, è affollata da cronisti e da qualche curioso.


Gli inquirenti visioneranno le immagini registrate dagli impianti video a circuito chiuso presenti in tutta Bologna, e non solo quelle della stazione ferroviaria e dell’ex ghetto ebraico dove è avvenuto l’omicidio, alla ricerca di elementi utili per identificare gli assassini di Marco Biagi.
Intanto in Procura è stato affidato l’ incarico per l’ autopsia al medico legale Corrado Cipolla D’ Abruzzo. L’ esame autoptico dovrebbe essere eseguito in giornata.

Si susseguono a ritmo continuo le
riunioni tra gli inquirenti per cercare di fare luce sull’assassinio del prof. Marco Biagi avvenuto ieri sera a Bologna. Si cercano di interpretare alcuni “segni” che sono stati rintracciati nella zona del delitto, in particolare la stella a cinque punte delle Br incisa con un temeperino sul portone di Via Valdonica 14 dove abitava l’economista e altri segni come le “frecce” puntate in direzione di una scritta “obiettivo centrato” trovate sempre nella zona.
Anche se nessuna rivendicazione e’ giunta finora agli inquirenti, la pista privilegiata – anche per le anologie con il delitto D’Antona – e’ decisamente quella del terrorismo.
Intanto si intensificano le manifestazione di stima di intellettuali e accademici nei confronti di Marco Biagi, considerato oltre che un grande esperto di diritto del lavoro anche un intellettuale “libero” e privo di condizionamenti se non quelli che gli derivavano dalla conoscenza del mercato del lavoro che lo aveva convinto a ritenere indispensabile un processo di riforma.