Dopo l’ omicidio D’ Antona, Marco
Biagi ebbe una scorta e una sorveglianza, che gli furono tolte,
almeno a Bologna e Modena, il novembre scorso, perchè fu
ritenuto, a quanto si è appreso, che non ne avesse più
bisogno.

E’ quanto è filtrato al termine di una riunione in
Prefettura a Bologna tra il Prefetto, il questore, il
procuratore della Repubblica Luigi Persico e il procuratore
aggiunto Italo Materia, il pm di turno Claudio Caretto, il
Comandante della Regione Carabinieri Ottavio Fugaro e due alti
ufficiali dell’ Arma e della Guardia di Finanza, con i
rappresentanti dei corpi investigativi.
La stessa versione viene dall’ Università di Modena, dove un
funzionario, amico personale di Biagi, ha detto che fino all’
anno scorso il docente aveva avuto la scorta dopo l’ omicidio D’
Antona e poi in novembre gli fu tolta.
Nella riunione in Prefettura sarebbe stato ricostruito anche
il carattere abitudinario di Biagi: andava e tornava da Modena
sempre in treno, e arrivato alla stazione di Bologna, rientrava a
casa con la bicicletta. Si pensa dunque che chi lo ha ucciso lo
aspettasse sotto casa, e si ipotizza che un basista, in
stazione, abbia dato un segnale del suo imminente arrivo.
Dei quattro colpi esplosi, due lo avrebbero colpito in pieno
e uno solo sfiorato. Ad una prima analisi uno si
sarebbe frantumato, anche se solo l’ autopsia potrà confermare
l’ ipotesi. Sempre secondo ipotesi, i due assassini
sarebbero fuggiti in motorino.
Per indagare sul delitto la procura ha istituito un pool,
composto da Persico, Materia, Carretto e Paolo Giovagnoli, che a
quanto si è potuto apprendere dovrebbe avere già ascoltato i
familiari dell’economista assassinato.